Lo sapevate che l’ascensore è il mezzo di trasporto più ‘democratico’ che ci sia? Sposta persone da un piano all’altro, su richiesta, senza percorsi alternativi.
l’attore Jacopo Nieri
Fungendo, nel casi in cui gli occupanti lo desiderino, addirittura da ‘socializzatore’.
Ora l’ascensore debutta a teatro. Dopo aver conquistato il grande schermo, ispirando scene di film indimenticabili (Ascensore per il patibolo, 1957, di Louis Malle; Ascensore per l’inferno, 1990, conosciuto anche come 13°piano: fermata per l’inferno, horror per la tv diretto da Walter Grauman, tanto per citare qualche esempio, ), un po’ per quell’alone di mistero che lo caratterizza un po’ per le dimensioni ridotte che costringono anche gli estranei a un’intima prossimità, l’ascensore va in scena, questa volta come metafora della mobilità sostenibile, nello spettacolo “Elogio dell’ ascensore” di Jacopo Neri tratto dal libro “No Bici” di Alberto Fiorillo, a Roma al Nuovo Cinema Palazzo il 24 gennaio.
Qui l’ ascensore è protagonista di un divertente monologo, che ne esalta le virtù ma punta soprattutto a far riflettere, intervallato da dialoghi che portano in scena in maniera paradossale le situazioni tipo di un incontro in ascensore.
L’ ascensore è un mezzo di trasporto sincero, ma sottovalutato: non si spaccia per quello che non è, non promette di andare da 0 a 100 in 4 secondi netti, non invade le corsie preferenziali, non parcheggia in doppia fila, trasporta tutti alla stessa velocità indipendentemente da chi sale a bordo. E’ il mezzo di trasporto più democratico che ci sia e anche una metafora della mobilità contemporanea – spiega all’ Adnkronos Alberto Fiorillo – se riuscissimo a ricondurre la mobilità alla sua vera essenza, che è quella di spostare persone da una parte all’altra, e iniziassimo a ragionare in termini di ‘movimento in ascensore’ riusciremmo ad avere una mobilità nuova più attenta alle esigenze della popolazione con meno auto e più persone che si spostano a piedi e in bicicletta.
In scena, a dare vita all’ Elogio scritto da Fiorillo, Jacopo Neri, già regista e autore di ‘ Promessi sposi 2012’, ‘ Il pubblico seduto’ e ‘I condannati’, accompagnato nei dialoghi da Laura Monti e Giuseppe Amelio. Il monologo dello spettacolo è tratto dal primo capitolo di “No Bici” (ediciclo editore), titolo che scimmiotta il “No Logo” di Naomi Klein, e lancia una provocazione. “La bicicletta non è vista come un veicolo, ma come manifestazione itinerante, opposizione allo stile di vita contemporaneo o attrezzo sportivo – spiega Fiorillo – invece la sua vera essenza è di portarti velocemente e comodamente da una parte all’ altra della città. ‘ No Bici’ come ‘Elogio dell’ascensore’ è un invito a ripensare la mobilità e a cercare di immaginare come potrebbero essere le nostre città”.
L’ ascensore “rappresenta il corretto approccio alla mobilità urbana – recita Jacopo Neri in ‘ Elogio dell’ ascensore’ – si valuta la distanza da coprire, si misurano le proprie forze, si stima il tempo necessario per l’ ascesa o la discesa, facendo tutte queste complesse operazioni in poche frazioni di secondo sia davanti al familiare impianto del nostro condominio così come guardando la porta di un elevatore che vediamo per la prima volta . Si sceglie l’ Ascensore perché in quel preciso momento è il veicolo migliore per coprire quel preciso percorso. Se fosse sempre questo il criterio guida dello spostamento, nelle città avremmo più pedoni, più ciclisti, più utenti del trasporto pubblico, piu’ car sharing e pochissimi automobilisti”.
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