Fish pedicure. Epatite? No, grazie

La loro scoperta risale al 1917 quando nella località turca di Kangal un pastore, feritosi ad una gamba, si immerse in pozze d’acqua calda e ottenne benefici dal massaggio dei pesci Garra Rufa. Pesci “dottore” qualcuno li ha definiti.

Pare infatti che nella loro saliva abbiano delle molecole, tra queste un enzima chiamato ditranol, che una volta rilasciate siano in grado di cicatrizzare. In seguito sono stati messi a disposizione della medicina per curare malattie come la psoriasi o dermatiti varie. In Italia pratiche di questo genere sono ancora semisconosciute, e forse non arriveranno mai. Perché? Questi simpatici pesciolini sono stati già “banditi” in alcuni Paesi come il Canada, Usa, Inghilterra perché impiegati con troppa leggerezza e poca precauzione anche per uso cosmetico. Pare infatti che una pedicure fatta da loro sia un tocca sana più di qualsiasi prodotto in circolazione. Una volta immersi i piedi nelle vaschette si è letteralmente assaliti da questi pesciolini che si cibano di piccole porzioni di pelle morta. I risultati sembrano essere miracolosi, ma gli ispettori sanitari della Healt Protection Agency assicurano che il loro impiego potrebbe presentare dei rischi. Malattie come l’Epatite C e l’Hiv si possono contrarre attraverso infezioni e batteri trasmessi dai pesci stessi o dall’acqua che, nella maggior parte dei centri estetici, non è sottoposta ad un ricambio continuo. Un portavoce dell’HPA ha consigliato ai saloni che adoperano questo tipo di trattamento di cambiare l’acqua dopo che ciascun cliente si è sottoposto al trattamento e di controllare che nessuno abbia ferite ai piedi. Ma una pedicure tradizionale? No?!?

di Gabriella Pastore