C’è gran fermento nel governo sui grandi temi dell’economia. Il Def va al Consiglio dei ministri, Istat e Banckitalia intanto mettono in guardia sui dati dell’ economia reale. Il quadro politico resta abbastanza incerto anche se on in fibrillazione: Salvini e M5s si confrontano sulla flat tax. Salvini punta ad una flat tax unica, Di Maio corregge e chiede una flat tax per i ceti medi al 15% e una flat tax per i ceti più alti delineata dal Ministero del tesoro sulla base degli scaglioni di reddito. Salvini dice ” Troveremo una sintesi”.
Sarà dato oggi, dal Consiglio dei ministri, il via libera all’approvazione del Documento di economia e finanza nel quale rientraerà anche la Flat tax, nonostante le resistenze del ministro dell’economia Giovanni Tria. Su come realizzarla, però, prosegue il confronto tra M5s e Lega. Salvini propone un “primo mattone” di tassa piatta al 15% per famiglie con reddito fino a 50mila euro e per lavoratori dipendenti. Nell’ultima stesura comunque che sarà presentata stasera a Palazzo Chigi si parla anche di due aliquote Irpef al 15 e al 20%. “Si farà col coefficiente familiare”, annuncia Di Maio, rivendicando attenzione al “ceto medio”. Intanto Conte stempera i toni: “E’ un pezzo della riforma fiscale, per realizzarla nell’interezza, serve tempo”.
L’interezza di cui parla il Presidente del Consiglio Conte fa inevitabilmente riferimento ai dati sull’economia reale resi noti oggi sia dall’Istat che da Bankitalia, la quale ancora una volta lancia l’allarmne sul debito pubblico.
L’Istat ha rivisto al rialzo le stime del Pil 2017, portandole da +1,6% a +1,7%. Confermata invece a +0,9% la crescita del 2018. La revisione di oggi è dovuta all’ampliamento del perimetro della pubblica amministrazione, che – in accordo con Eurostat – include ora 10 enti in più, da Rfi a Invitalia. La nuova stima ha come risultato una revisione verso l’alto del prodotto nominale di circa 3 miliardi per entrambi gli anni. L’Istat ha rivisto per ora solo il 2017 e il 2018. Una revisione complessiva sarà apportata a settembre.
L’Istat conferma le stime sul deficit nel 2017 al 2,4% del Pil e nel 2018 al 2,1%. L’aggiornamento del perimetro della Pubblica Amministrazione (che ha portato ad una lieve revisione del Pil nel 2017 e ad un aumento di circa 3 miliardi del Pil nominale per entrambi gli anni) non ha determinato modifiche dell’indebitamento.
Sempre in materia di economia reale il Governo, in queste ore, deve fare i conti anche con la questione dei dazi che gli Stati Uniti intendono applicare all’Unione Europea. Le cattive notizie arrivano direttamente da Bruxelles, dove sulla base delle minacce Usa i dazi americani potrebbero colpire undici prodotti tra cui anche il pecorino e il prosecco insieme ad altri formaggi come Emmental, cheddar, ma anche yogurt, burro, vini frizzanti e non, agrumi, olio d’oliva, marmellata nella lista.
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