Sembra che il connubio tra corruzione e Grandi Opere sia destinato a non finire mai. Partite in tutta Italia decine di arresti per concussione e turbativa d’asta. L’ipotesi degli inquirenti è di associazione a delinquere al fine di manovrare le gare di appalto di TAV Milano-Genova, 6° Macrolotto dell’A3 Salerno-Reggio Calabria e della People Mover di Pisa, l’impianto a fune che mette in collegamento l’aeroporto Galileo Galilei con la stazione centrale della città
Tra gli arrestati c’è anche Giandomenico Monorchio, imprenditore e figlio dell’ex ragioniere generale dello Stato. Per ora solo indagato è invece Giuseppe Lunardi, figlio di Pietro Lunardi, ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture dal 2001 al 2006.
Due i filoni d’indagine aperti rispettivamente dai Carabinieri di Roma e dalla Guardia di Finanza di Genova: il primo nasce da uno stralcio dell’inchiesta su Mafia Capitale ma riguarda anche quattro soggetti che avrebbero avuto a che fare con i lavori del Tav ligure e che sono anche destinatari del provvedimento della procura di Genova nell’inchiesta sul Terzo valico.
Definita di “interesse strategico nazionale” la Tav ligure dovrebbe collegare Genova e Milano entro il 2021. Il costo dell’opera è circa 6,2 miliardi: evidentemente troppi per evitare che qualcuno cerchi di mangiarci sopra.
Secondo quanto riportato da Repubblica, l’operazione ‘Amalgama’ ha portato alla luce una serie di condotte illecite, organizzate in un sistema dall’ingegnere Giampiero De Michelis, fino al 2015 direttore dei lavori nell’ambito delle tre opere pubbliche interessate e dal suo socio di fatto, Domenico Gallo, imprenditore. Insieme a loro almeno altre nove persone che avrebbero avuto “condotte corruttive per ottenere contratti di subappalto” per un giro di illeciti complessivo di 324 milioni di euro.
In particolare, spiegano gli inquirenti, “è emerso che in occasione dello svolgimento delle gare indette dal General Contractor, alcuni dirigenti preposti allo svolgimento delle stesse, per pilotare l’assegnazione dei lotti ad alcune società ed escluderne altre, hanno fatto in modo, in alcuni casi, che offerte ‘anomale’ divenissero regolari in violazione ai principi della par condicio e, in altri, si sono avvalsi della compiacenza di concorrenti di comodo, in realtà non interessati all’aggiudicazione della gara, per indirizzare direttamente l’assegnazione all’unico concorrente interessato. In una circostanza la turbativa veniva accompagnata dal pagamento di una somma di denaro”.
Nei mesi scorsi, l’indagine di Genova si è incrociata con un’analoga attività avviata dai Carabinieri del comando provinciale di Roma su input della procura della Capitale. Documentato dalla Guardia di Finanza almeno un episodio sicuro di tangente ma le Fiamme Gialle stanno ancora eseguendo una serie di perquisizioni finalizzate all’acquisizione di diversa documentazione in Liguria, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Molise e Campania.
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