Istat: una disoccupazione da record. Tra i giovani arriva al 40,4

Record di disoccupati a settembre: quasi 3,2 mln (3 milioni 194 mila), con un incremento dello 0,9% rispetto al mese precedente (+29 mila) e del 14,0% su base annua (+391 mila). Lo rileva l' Istat.
Record di disoccupati a settembre: quasi  3,2 mln (3 milioni 194 mila), con un incremento dello 0,9% rispetto al mese precedente (+29 mila) e del 14,0% su base annua (+391 mila). Lo rileva l’ Istat.Il tasso di disoccupazione si attesta al 12,5%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,6 punti nei dodici mesi. 

La disoccupazione, rispetto al mese precedente, cresce sia per la componente maschile (+0,2%) sia per quella femminile (+1,8%). Anche in termini tendenziali la disoccupazione cresce sia per gli uomini (+16,7%) sia per le donne (+10,7%). Il tasso di disoccupazione maschile, pari al 12,0%, rimane invariato rispetto al mese precedente e aumenta di 1,8 punti nei dodici mesi; quello femminile, pari al 13,2%, aumenta di 0,3 punti rispetto al mese precedente e di 1,3 punti su base annua. Il numero di inattivi aumenta nel confronto congiunturale sia per la componente maschile (+0,8%) sia per quella femminile (+0,3%). Su base annua il numero di inattivi resta sostanzialmente invariato per effetto della crescita
dell’ inattività tra gli uomini (+0,4%) e del calo tra le donne (-0,2%).

L’ Istat rileva inoltre che a settembre 2013 gli occupati sono 22 milioni 349 mila, in diminuzione dello 0,4% rispetto al mese precedente (-80 mila) e del 2,1% su base annua (-490 mila). Il numero di individui inattivi tra 15 e 64 anni aumenta dello 0,5% rispetto al mese precedente (+71 mila unità) ma rimane sostanzialmente invariato rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di inattività si attesta al 36,4%, in aumento di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,1 punti su base annua.

Rispetto al mese precedente l’ occupazione diminuisce sia per la componente maschile (-0,2%) sia per quella femminile (-0,6%). Anche in termini tendenziali la disoccupazione diminuisce sia per gli uomini (-2,4%) sia per le donne (-1,8%). Il tasso di occupazione maschile, pari al 64,4%, diminuisce di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,7 punti su base annua. Quello femminile, pari al 46,5%, diminuisce di 0,3 punti in termini congiunturali e di 0,7 punti percentuali rispetto a dodici mesi prima.

Il sostegno della famiglia
Secondo una indagine di Coldiretti/Ixè, a commento dei dati Istat,  i 3,2 milioni di disoccupati sono ” la punta di un iceberg” dell’ emergenza in cui si trova il sistema produttivo nazionale di fronte alla quale la famiglia svolge ancora un ruolo chiave di ammortizzatore sociale.
Questo autunno, dice Coldiretti, ben sette italiani su dieci (70 per cento) si sentono minacciati dal pericolo di perdere il lavoro anche per effetto delle situazioni di crisi e delle difficoltà di mercato in cui si trovano le aziende in cui sono occupati.
La perdita del lavoro – sottolinea infatti, Coldiretti – é il rischio più temuto dagli italiani in una situazione in cui per una famiglia su quattro (22 per cento) è un autunno di sacrifici economici.
Se il 42 per cento degli italiani vive senza affanni, quasi la metà (45 per cento), invece, riesce a pagare appena le spese senza permettersi ulteriori lussi, mentre oltre 2 milioni di famiglie (10 per cento) – continua Coldiretti – non hanno oggi reddito a sufficienza neanche per l’ indispensabile a vivere.
In questa situazione la famiglia – precisa la nota – è la principale fonte di welfare. Il 37 per cento degli italiani è stato costretto infatti a chiedere aiuto economico per arrivare alla fine del mese ai genitori, il 14 per cento a parenti e il 4 per cento addirittura ai figli. Solo il 14 per cento si è rivolto a finanziarie o banche mentre l’ 8 per cento agli amici. Spesso considerata superata, la struttura della famiglia
italiana si sta dimostrando, nei fatti, fondamentale per non far sprofondare nelle difficoltà della crisi moltissimi cittadini.
La solidarietà tra generazioni – conclude Coldiretti – è dunque un modello vincente per vivere e stare bene insieme e non un segnale di arretratezza sociale e culturale come molti si ostinano ad affermare.

 

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