Si è conclusa nel primo pomeriggio la seduta del Parlamento che dovrà nelle prossime ore pronunciarsi sulla legge elettorale. A discutere dell’Italicum, in attesa del voto finale, erano presenti in aula solo una ventina di deputati.
Vista anche la scarsa affluenza nell’emiciclo, non si registrano colpi di scena. Come da copione, la vigilia di questo importante appuntamento politico si presenta abbastanza piatta e conferma una sostanziale cristallizzazione delle posizioni: minoranza del Pd e opposizione (in particolare Forza Italia) sono in aperta polemica con il premier Matteo Renzi, mentre il governo, anche se non fa riferimento alla possibilità di porre la mozione di fiducia, comunque non la esclude.
Scelta civica ed Area popolare, malgrado qualche riserva su alcuni emendamenti, confermano il proprio appoggio alla legge elettorale che prevede l’assegnazione di 630 deputati alla lista vincente come premio di maggioranza.
Opposizioni e minoranze In linea con quanto aveva già affermato, Forza Italia ha posto sul tavolo almeno tre questioni da sottoporre alla Camera, tutte di tipo pregiudiziale. In altre parole, questioni su cui decidersi è assolutamente prioritario: quella sulla costituzionalità, quella sul merito, quindi in merito ai contenuti e, in ultima istanza, una richiesta di sospensione della legge elettorale.
Dal canto suo, la minoranza Pd, con gli interventi di Rosy Bindi, Andrea Giorgis e Barbare Pollastrini, ha ribadito la richiesta di ascolto da parte del governo, al fine di evitare di procedere alla fiducia, considerata in questo frangente una pratica lesiva della democrazia stessa.
Governo Il ministro delle riforme Maria Elena Boschi, si dichiara aperta all’ascolto, ma di certo non a mettere in discussione l’Italicum: “nel percorso che tiene insieme legge elettorale e riforma costituzionale, il governo è disponibile a un approfondimento su eventuali modifiche della riforma costituzionale. Ma non può essere un baratto, non c’è un contraccambio, ma un approfondimento della riforma costituzionale che porti a modifiche in Senato”.
Ovviamente il ministro rappresenta la posizione dello stesso premier Matteo Renzi, il quale, ha parlato alla Camera, ma in particolare al Pd, attraverso una lettera aperta: ” La legge elettorale una legge seria, in linea con le precedenti proposte del nostro partito. Non approvarla adesso significherebbe bloccare il cammino di riforme di questa legislatura.
“Possono mandare a casa il governo se proprio vogliono”, aggiunge Renzi, “ma non possono fermare l’urgenza del cambiamento che il Pd di oggi rappresenta”.
Fuori dall’Aula La tensione non accenna a diminuire neanche fuori dall’Aula. Già ieri Roberto Speranza, che aveva confermato le proprio dimissioni dal ruolo di capogruppo Pd aveva dichiarato che “dare la fiducia sarebbe una vera e propria violenza sul Parlamento italiano”.
Oggi invece, la protesta contro l’Italicum davanti a Montecitorio del nuovo partito Italia Unica e del suo leader Corrado Passera: la legge elettorale è stata definita “legge bavaglio, una forzatura, una legge pessima e pericolosissima per la democrazia”. Circa sessanta attivisti, con a seguito un direttore d’orchestra a guidarli nell’inno di Mameli, si sono quindi presentati davanti a Montecitorio imbavagliati, in protesta contro una legge definita”.
Priscilla Muro
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