Accelera l’iter della legge sullo ius soli tra tumulti in aula, scatenati ieri dai leghisti, e la tensione tra i manifestanti di Forza Nuova, Casapound e la Polizia fuori il Senato. Con la ministra Valeria Fedeli, finita in mezzo alla rissa e contusa, e il presidente Pietro Grasso costretto ad espellere (temporaneamente) Raffaele Volpi (Lega) che lo aveva apostrofato con un sonoro «vaffa..».
Il voto è rimandato a dopo i ballottaggi. Ora, sulla legge che dà la cittadinanza agli stranieri nati Italia, si profila un duro scontro elettorale centro sinistra/centrodestra mentre il M5S, tormentato dalle divisioni, si rifugia nell’astensione che al Senato è voto contrario ed è possibile che il governo concluda l’iter della legge con la richiesta della fiducia.
Intanto in Italia l’emergenza immigrazione c’è. O perlomeno così è percepita dall’83% degli intervistati di un sondaggio Ixè per Agorà (Raitre). Il 30%, invece, è convinto che si parli molto di immigrazione in questo periodo perché la politica strumentalizza l’argomento mentre il 12% perché la stampa le dedica troppo spazio.
La negazione di quelli che sono comunque i diritti che gli stranieri residenti in Italia oltre un certo numero di anni (10 consecutivi) e dei loro figli che per essere cittadini italiani devono avere compiuta la maggiore età, potrebbe essere dovuta in buona parte alla paura che tra le numerosissime presenze straniere si celi più d’un terrorista. Di qui la necessità di limitare l’ingresso, la permanenza e i diritti degli extracomunitari, tra cui lo ius soli. La nuova tanto contrastata dalla Lega e dalle forze di destra e centro destra, sostituirebbe la regola in vigore dello “ius sanguinis” con qualcos’altro. Sarebbe comunque una legge moderata e considerata anzi carente da parte delle associazioni che si occupano della materia, come l’associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi). La riforma infatti non andrebbe a sconvolgere il sistema attuale, introducendo soltanto alcune novità rispetto alle modalità classiche di acquisizione della cittadinanza.
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Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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