L’Agcom cambia: no alla censura on line

web_hosting_gratuito

web_hosting_gratuitoL’Agcom approva lo schema di regolamento sul diritto d’autore che ha scatenato la protesta della rete. A quanto si apprende, il via libera arriva con sette voti a favore, un astenuto e un voto contrario. Il testo viene posto o

ra ad una consultazione pubblica di 60 giorni. L’Autorità ha introdotto alcune correzioni rispetto alla proposta originaria: per la rimozione dei contenuti coperti da copyright, “la procedura dinanzi all’Autorità è alternativa e non sostitutiva della via giudiziaria e si blocca in caso di ricorso al giudice di una delle parti”. La stessa procedura, inoltre, “non prevede alcuna misura di inibizione dell’accesso ai siti internet”. Dunque i siti non verranno chiusi in via amministrativa, se sospettati di violare i diritti d’autore. Ci sarà la consultazione pubblica e nessuna inibizione dell’accesso ai siti web, come si temeva alla vigilia della riunione. Per quanto riguarda i siti esteri, il regolamento prevede prima il richiamo, poi la segnalazione alla magistratura. Sarà avviato un tavolo tecnico, con tutte le categorie interessate, le associazioni di consumatori e utenti invitate a partecipare. Contro la delibera era scattata una forte mobilitazione, culminata martedì 5 luglio nella “notte della rete”. Soddisfatto il presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò, per il quale sono state “eliminate ambiguità e possibili criticità”, a suo avviso ora si può aprire “un confronto a tutto campo”. Ma alcuni continuano a temere la censura su web. Per esempio, resta critica la posizione del vice presidente Pd della commissione Culutra, Vincenzo Vita. “Qualche modifica c’è stata, parrebbe – dichiara -. Per rimuovere i contenuti verrebbero fatti alcuni ‘warning’. Il periodo del contraddittorio passa a 15 giorni, anziché i 5 previsti. Poi, però, dopo quel periodo incombe la censura”. Si è astenuto il commissario Agcom Michele Lauria, che motiva così la decisione: “La versione del documento rappresenta un notevole miglioramento, perchè contiene garanzie per tutti gli interessi legittimi in campo e lascia al giudice l’adozione di eventuali misure di chiusura dei siti. Il testo – però – deve essere ancora migliorato, in particolare riguardo alle misure di rimozione selettiva dei contenuti illegali”. A suo giudizio, quindi, adesso occorre una “consultazione pubblica e un’eventuale audizione in Parlamento”.

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