Mangiar bene per vivere meglio. Nel libro della Genesi (1,23) è scritto che al termine del sesto giorno della creazione Dio disse ad Abramo ed Eva: “Vi do tutte le piante con il proprio seme, tutti gli alberi da frutta con i propri semi. Così avrete il vostro cibo”, annunciando loro che la terra promessa avrebbe prodotto orzo, viti, di fichi e di melograni, olio e miele per mangiare a sazietà. E rimanere in buona salute.
L’Italia non è la terra promessa di cui si parla nella Bibbia, ma quanto a specialità alimentari non la batte nessuno. Ha raggiunto infatti il numero record di 4698 prodotti, presenti sul territorio nazionale, che sono stati
ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni. Il tutto è confermato da una analisi della Coldiretti che ha utilizzato un censimento dei prodotti agroalimentari tradizionali delle regioni nel 2013, aggiornato con la pubblicazione della tredicesima revisione sulla Gazzetta Ufficiale.
“I prodotti censiti erano 4671 lo scorso anno, ma rispetto al 2000 quando è iniziato il lavoro di catalogazione a livello regionale sono più che raddoppiati quest’ anno sotto la spinta – sottolinea la Coldiretti – della forte crescita del turismo enogastronomico in Italia. Secondo una recente indagine Coldiretti per più di un italiano su tre (35 per cento) dipende proprio dal cibo il successo della vacanza che per essere perfetta non deve mai far mancare la degustazione delle specialità enogastronomiche locali.
Il cibo infatti è considerato l’ ingrediente più importante della vacanza che batte la visita a musei e mostre, (29 per cento), lo shopping (16 per cento), la ricerca di nuove amicizie (12 per cento), lo sport (6 per cento) e il gioco d’ azzardo (2 per cento).
Per questo l’ Italia è leader mondiale nel turismo enogastronomico a livello mondiale con oltre 24 miliardi di euro spesi dai turisti nazionali ed esteri nel belpaese per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per acquistare prodotti tipici, secondo l’ analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che e’ destinata alla tavola ben un terzo (33 per cento) della spesa di italiani e stranieri in vacanza in Italia”.
“I prodotti censiti erano 4671 lo scorso anno, ma rispetto al 2000 quando è iniziato il lavoro di catalogazione a livello regionale sono più che raddoppiati quest’ anno sotto la spinta – sottolinea la Coldiretti – della forte crescita del turismo enogastronomico in Italia. Secondo una recente indagine Coldiretti per più di un italiano su tre (35 per cento) dipende proprio dal cibo il successo della vacanza che per essere perfetta non deve mai far mancare la degustazione delle specialità enogastronomiche locali.
Il cibo infatti è considerato l’ ingrediente più importante della vacanza che batte la visita a musei e mostre, (29 per cento), lo shopping (16 per cento), la ricerca di nuove amicizie (12 per cento), lo sport (6 per cento) e il gioco d’ azzardo (2 per cento).
Per questo l’ Italia è leader mondiale nel turismo enogastronomico a livello mondiale con oltre 24 miliardi di euro spesi dai turisti nazionali ed esteri nel belpaese per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per acquistare prodotti tipici, secondo l’ analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che e’ destinata alla tavola ben un terzo (33 per cento) della spesa di italiani e stranieri in vacanza in Italia”.
“Il mangiare e bere è il vero valore aggiunto delle vacanze Made in Italy e tra tutti gli elementi della vacanza, dall’ alloggio ai trasporti, dai servizi di intrattenimento a quelli culturali, la qualità del cibo in Italia – precisa la Coldiretti – è quella che ottiene il più alto indice di gradimento tra i i turisti
stranieri e italiani. Quasi il 10 per cento dei prodotti alimentari tradizionali censiti sul territorio nazionale si trova – sottolinea la Coldiretti – in Toscana dove se ne contano ben 463 ma sul podio sale anche la Campania con 387 specialitaà e il Lazio con 384. A seguire si posizionano il Veneto (371), il
Piemonte con 341 prodotti seguito dall’ Emilia Romagna con 307 specialità e dalla Liguria che può contare su 295 prodotti. A ruota tutte le altre Regioni: la Calabria con 269 prodotti tipici censiti, la Lombardia con 246, la Sicilia con 234, la Puglia con 232, la Sardegna con 181, il Molise con 159, il Friuli-Venezia
Giulia con 153, le Marche con 150, l’ Abruzzo con 147, la provincia autonoma di Trento con 109, quella di Bolzano con 92, la Basilicata con 77, l’ Umbria con 69 e la Val d’ Aosta con 32. A prevalere tra le specialità regionali, spesso salvate grazie all’ impegno degli imprenditori agricoli nel recupero delle
tradizioni, sono – riferisce la Coldiretti – i 1438 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1304 verdure fresche e lavorate, 764 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 472 formaggi, 174 piatti composto o prodotti della gastronomia, 159 bevande tra analcoliche, liquori e distillati,
155 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.) e 147 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei”.
stranieri e italiani. Quasi il 10 per cento dei prodotti alimentari tradizionali censiti sul territorio nazionale si trova – sottolinea la Coldiretti – in Toscana dove se ne contano ben 463 ma sul podio sale anche la Campania con 387 specialitaà e il Lazio con 384. A seguire si posizionano il Veneto (371), il
Piemonte con 341 prodotti seguito dall’ Emilia Romagna con 307 specialità e dalla Liguria che può contare su 295 prodotti. A ruota tutte le altre Regioni: la Calabria con 269 prodotti tipici censiti, la Lombardia con 246, la Sicilia con 234, la Puglia con 232, la Sardegna con 181, il Molise con 159, il Friuli-Venezia
Giulia con 153, le Marche con 150, l’ Abruzzo con 147, la provincia autonoma di Trento con 109, quella di Bolzano con 92, la Basilicata con 77, l’ Umbria con 69 e la Val d’ Aosta con 32. A prevalere tra le specialità regionali, spesso salvate grazie all’ impegno degli imprenditori agricoli nel recupero delle
tradizioni, sono – riferisce la Coldiretti – i 1438 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1304 verdure fresche e lavorate, 764 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 472 formaggi, 174 piatti composto o prodotti della gastronomia, 159 bevande tra analcoliche, liquori e distillati,
155 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.) e 147 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei”.