E’ stato un bellissimo GP d’Olanda, quello disputatosi ad Assen. Ricco di significati e suggestioni. E anche delle solite polemiche. Legate, e purtroppo sta diventando ormai un’abitudine, soprattutto alla condotta di gara di Marco Simoncelli. Ha vinto “l’americano d’Italia” (vive stabilmente da tempo sul lago di Como), Ben Spies, 26 anni.
Ed è la sua prima affermazione in MotoGP (su 28 gare disputate nella categoria regina). Un acuto, il suo, che sembrava non dover arrivare mai. E’ arrivato, invece, e non poteva esserci occasione migliore di questa. Sì, perché non è una vittoria che capita in un GP qualsiasi. Ma in quello che coincide con le celebrazioni dei 50 anni di corse in un Mondiale per la sua Yamaha ( a proposito, bellissimo il nuovo look sfoggiato per l’occasione dalle M1 in pista). E non si poteva sperare in una ricorrenza migliore del giorno in cui, finalmente, una M1 riusciva a mettersi alle spalle le quasi imbattibili RCV della Honda.Spies ha meritato la vittoria in gara e, probabilmente, senza la caduta di Capirossi in prova a frenarlo, avrebbe ottenuto anche la pole in partenza. Ma tant’è. Il buon Ben si può considerare più che soddisfatto così.
Non altrettanto Marco Simoncelli. Il romagnolo continua, infatti, a ottenere tempi strepitosi in prova, cui fa seguire, però, autentici disastri in gara. E’ andata così anche in Olanda. E sempre a causa di una caduta che lo ha costretto a proseguire con una moto ammaccata con cui il 9° posto finale può sembrare persino un eccellente piazzamento. In realtà, è fonte di ulteriore rammarico, perché, senza la perdita di controllo alla 5° curva del primo giro, Simoncelli avrebbe potuto centrare, senza neanche eccessivi patemi, anche il podio. Per non dire di più. Ma i film cui ci sta abituando Marco sono sempre più sinistramente simili. Si è trattato, infatti, della 4° caduta in sole 7 gare. Davvero troppo. E quel che è peggio, coinvolgendo, per l’ennesima volta, lo stesso avversario, Jorge Lorenzo. Che da infastidito, ha passato ad essere esasperato.
Molto dure, infatti, le parole dello spagnolo a fine corsa. “Dovrebbero togliergli la licenza per una gara come fecero con me ( successe, nell’ambito della categoria 250, nel GP del Giappone del 2005, per una collisione con De Angelis, che gli costò il successivo GP in Malesia, ndr), solo così imparerebbe la situazione e capirebbe”. E questo, nonostante le scuse di Simoncelli. I dissapori tra i due ( ma sarebbe, forse, a questo punto, più corretto parlare di un malumore nei suoi confronti piuttosto diffuso dell’intero “circus”) erano noti. Ma adesso il clima si sta facendo davvero arroventato. E questo non è un buon viatico per le successive tappe del Mondiale.
Stoner, invece, è terminato, incredibile dictu, solo 2° pagando lo scotto di una rovinosa caduta in prova che gli ha impedito di mettere a punto nel modo ottimale la sua moto. E’ pur vero, però, che se questo è il risultato della peggior prova stagionale dell’australiano, i suoi rivali hanno ben poco da star tranquilli… E, intanto, Casey ha incrementato a 28 punti il divario in classifica che lo separa dal suo più immediato inseguitore. Guarda caso, Lorenzo…
Quanto a Valentino Rossi, infine, un 4° posto che, se da una parte, sa di piccolo miracolo, viste le premesse della vigilia, dall’altro offre la stura per commenti piuttosto pepati del campione di Tavullia all’indirizzo del suo staff, data l’enormità del distacco (30” in soli 41’ minuti di corsa) accusata all’arrivo dalla sua Ducati nei confronti del vincitore. “ Quando prendi batoste puoi reagire mettendoci ancora più impegno o sedendoti. Spero che il team abbia il primo approccio”, le parole di Valentino.
Daniele Puppo
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