Overdose é la diagnosi accertata dai medici. Lo hanno trovato ieri mattina, con il corpo steso sul pavimento del bagno ed una siringa ancora nel braccio. Aveva 46 anni.La telefonata che ha avvisato gli agenti é arrivata alle 11:15 di mattina, a chiamare il 911 é stato lo sceneggiatore David Katz col quale Hoffman stava collaborando. Preoccupato perché non rispondeva al telefono, ha mobilitato la sicurezza. Ed é così che lo hanno trovato nel suo appartamento al Greenwich Village di New York, Manhattan: steso sul pavimento del bagno con l’ago della siringa, ormai vuota, infilato ancora nel braccio e fermata con il laccio emostatico. Hoffman aveva ammesso di avere avuto problemi con la droga e l’anno scorso si era fatto ricoverare in riabilitazione per abuso di eroina. A maggio 2013 era stato ricoverato dieci giorni in una clinica, poi aveva ringraziato pubblicamente la famiglia e gli amici che l’avevano supportato. Senza fare abuso di droghe per 23 anni prima di avere una ricaduta nel 2012, é così che non ha resistito:
Non sono il tipo da fare prediche agli altri sulla droga e sull’alcool. Ma, parlo per me, quando mi sono intorno non ho il controllo di me stesso”.
Aveva tre figli, un maschio di 11 anni e due femmine di 7 e 5 anni, nati dall’amore con la costumista Mimi O’Donnell, conosciuta su un set cinematografico del 1999. Era uno del quartiere”, racconta un vicino, Christian McCulloch:
La mattina si incontrava coi bambini mentre andava a prendere il caffè qui sotto. E’ una notizia disperatamente triste”.
Aveva vinto un Oscar come miglior attore nel 2006, reinterpretando Truman Capote nel premiato film “A sangue freddo“. Aveva interpretato film come “Il grande Lebowsky” e “Magnolia”, ricevuto quattro nomination per “La guerra di Charlie Wilson”, “Il dubbio“, “The Master” e “Le idi di marzo“. Eclettico e versatile, trasformista e genio della recitazione, l’attore hollywoodiano lascia un vuoto nel cinema moderno americano. Quel cinema che gli ha dato la vita e che gliel’ha forse tolta al tempo stesso. Si, forse proprio perché, come dicono tutti, il successo dà alla testa, i soldi diventano sempre di più, le luci, i riflettori, tutti quei flash di fotografi e giornalisti, ti rendono inevitabilmente la vita più confusa e non perfetta. Ma lui era un attore atipico, riservato e schivo, fuori dallo “Star system” e da tutti quei gossip che aleggiano ad Hollywood:
A sedici anni avevo deciso di fare l’attore di teatro, non pensavo che il cinema facesse per me. Pensavo che il grande schermo fosse riservato a persone speciali – aveva dichiarato l’attore – e io mi sentivo assolutamente normale”.
E allora perché? Rimane l’atroce verità che una dipendenza forte come quella che può dare una sostanza stupefacente come l’eroina, fa annebbiare la mente facendoci agire in maniera inconsapevolmente sbagliata e deleteria, portandoci fino alla morte.
Nata e cresciuta a Roma, si laurea presso l'Accademia di Costume e Moda di Roma, trattando la propria tesi sulla "Nascita e l'evoluzione del giornalismo di moda". Curiosità, determinazione e voglia di crescere professionalmente caratterizzano il mio profilo.
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