Dopo il boom di Tripadvisor per alberghi e ristoranti, arriva l’indice di gradimento dei musei italiani. Venti grandi musei nazionali si troveranno a confronto nella stessa piattaforma online dove i visitatori daranno un voto alla propria esperienza sulla base della qualità delle opere ma anche dell’accoglienza, dei servizi, del personale, delle code, delle infrastrutture, dei parcheggi.
«E’ un sistema di valutazione dei musei che servirà a recuperare il livello di arretratezza notevole nella loro presenza in rete rispetto agli standard internazionali», spiega il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini.
Dall’indagine condotta dalla startup toscana Travel Appeal, si riscontra che solo il 15% dei musei italiani hanno creato un account su Instagram e 4 su 10 non hanno un profilo Twitter. Per un anno – dal 18 gennaio 2015 al 18 gennaio 2016 – i ricercatori hanno monitorato la rete (Tripadvisor, Facebook, Google+, Foursquare, Yelp, Zoover), attraverso un algoritmo in grado di misurare l’indice di gradimento filtrando i commenti presenti sui vari social (circa 31.606 contenuti).
«L’obiettivo è riuscire a stimolare tutti a recuperare i ritardi – precisa ancora il ministro dei Beni Culturali – Abbiamo le collezioni più importanti al mondo ma un sistema di servizi arretrati. La digitalizzazione e la presenza sul web è una delle prime sfide su cui abbiamo impegnato i nuovi direttori e un sistema di valutazione aiuterà a monitorare i progressi».
Musei italiani: cosa piace. Malgrado Franceschini puntualizzi che non si tratta di una “classifica dei musei”, è comunque possibile fare una prima griglia di valutazione: ai primi posti per consenso generale si piazzano la Galleria Nazionale dell’Umbria (93%), a Perugia, la Galleria Estense (91%), a Modena, il Museo Nazionale del Bargello(88,14%) a Firenze.
Nella classifica “parziale” relativa all’accoglienza, al primo posto troviamo la Galleria Estense, che vanta al suo interno opere di Raffaello e Diego Velazquez e Rubens; subito dopo troviamo la Galleria Nazionale dell’Umbria e in terza posizione il Palazzo Ducale di Mantova, che grazie al matrimonio tra Francesco Gonzaga e Isabella d’Este, definita la “prima donna del Rinascimento” risulta essere evidentemente legata a doppio filo agli Estensi di Ferrara.
Il 33% dei visitatori non è particolarmente contenta dei servizi offerti, quali wifi, bagni, guide e biglietterie.
A chiudere la classifica dei dieci musei nazionali più apprezzati il Museo Nazionale Archeologico di Taranto (87,77%), la Pinacoteca di Brera (85%), la Galleria d’Arte Antica di Roma (85,65%), la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea GAM di Roma (83%), la Galleria dell’Accademia di Venezia (82%) e il Parco Archeologico di Paestum (82, 61%).
Intanto, in occasione della festa delle donne, al gentil sesso sarà consentito l’ingresso gratuito all’interno dei musei civici delle principali città italiane. “Da quest’anno i musei statali saranno gratuiti per le donne ogni 8 marzo”, ha confermato il ministro della Cultura. Un’iniziativa utile che, crediamo, avrebbe apprezzato anche la spregiudicata Isabella D’Este, dall’interno del suo celebre Studiolo che si trova proprio all’interno del Palazzo Ducale di Mantova.
Lo Studiolo, cui lavorò fra gli altri il “maestro” Mantegna, annoverava tra le opere esposte anche una scultura particolarmente preziosa agli occhi della nobildonna. Sembra che la marchesa, da amante dell’arte qual era, dopo aver messo le mani sul Cupido di Michelangelo, tra l’altro di proprietà della sorella del marito, duchessa di Urbino che era stata costretta all’esilio, si rifiutò categoricamente di restituirlo alla cognata. Anche i ricchi piangono dopottutto no? Beh, sembra che quella volta a piangere fu Elisabetta Gonzaga.
Laurea magistrale in Storia contemporanea presso L'Università degli studi Roma tre. Master di primo livello I mestieri dell’Editoria, istituito da “Laboratorio Gutenberg” di Roma con il patrocinio del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso “Università Sapienza di Roma”. Dopo la laurea ho svolto uno stage presso Radio Vaticana, dove ho potuto sperimentare gli infiniti linguaggi della comunicazione.
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