Durissimi scontri al presidio no tav alla centrale idroelettrica di Chiomonte (Torino). Scontri durati più di due ore tra lanci di sassi e petardi tra le parti contrapposte che stanno continuando sotto gli occhi attoniti dei tanti cronisti giunti sul luogo. A tutti è parso di assistere ad una vera e propria guerra. Da una parte la polizia con glli agenti che hanno tentato di risalire verso la Maddalena scortando una ruspa. Dall’altra il presidio No Tav dei manifestanti che avevano riempito la strada di ogni tipo di ostacolo per impedire l’accesso all’area dove e’ prevista la realizzazione del cantiere per la linea ferroviaria Torino-Lione.
Al momento dello sfondamento, i manifestanti hanno tentato di bloccare le forze dell’ordine segando un grande albero di pino, ma la persona che stava tentando di tagliare l’albero e’ stata allontanata e non e’ riuscita a completare l’operazione. Dopo il lancio dei lacrimogeni, i manifestanti che in quel momento si trovavano vicino alla barricata (due o trecento persone), si sono subito allontanati dalla strada correndo verso la parte alta dei pendii e disperdendosi nei boschi. Le forze dell’ordine hanno percorso finora circa 150 metri e si sono poi fermate. Ma olte agli scontri fisici si assiste ad un vero e proprio attacco durissimo a fior di penna. Lo sgombero del presidio No Tav di Chiomonte da parte della polizia e’ illegittimo: lo affermano gli avvocati del pool legale del movimento, che in queste ore hanno inoltrato una diffida al Ministero dell’Interno e alla Prefettura di Torino. Lo sgombero dovrebbe permettere l’avvio di alcuni lavori preliminari, ma gli avvocati fanno presente che sono pendenti diversi ricorsi ai Tar del Piemonte e del Lazio. Molti dei terreni interessati dall’azione di polizia sono, inoltre, di proprieta’ privata o concessi legalmente dal Comune per manifestazioni culturali. A Bussoleno, sede della Comunita’ montana, gli amministratori locali hanno attivato una loro ”unita’ di crisi”. Copia della diffida verra’ consegnata ai funzionari di polizia che dovessero presentarsi alla Maddalena. Sassi contro alcuni amministratori della Valle di Susa sono stati scagliati all’alba da persone nascoste nel bosco vicino al presidio No Tav di Giaglione, il paese che confina con Chiomonte, afferma il sindaco di Sant’Ambrogio, Dario Fracchia, precisando che non vi e’ stato alcun ferito. Il numero di sassi – ha riferito Fracchia – e’ stato esiguo. ”Il cantiere si apre entro il 30, e l’opera si fa, se no diciamo addio alle centinaia di milioni del contributo Ue ma soprattutto ai collegamenti con l’Europa, La Tav si fa, il cantiere si apre entro il 30, altrimenti si dice addio ‘alle centinaia di milioni’ del contributo Ue, ma soprattutto ai collegamenti con l’Europa. Parla con la Padania di Alta velocita’ il ministro dell’ Interno Roberto Maroni e osserva che chi si oppone non deve fermarla, perche’ cio’ vuol dire arrecare un grave danno soprattutto alle generazioni future. Intervistato dal quotidiano, il viceministro Roberto Castelli definisce le ragioni addotte dai No-Tav ‘tutte balle’ e osserva che senza l’opera l’Italia sarebbe tagliata fuori dai grandi traffici internazionali. Il quotidiano riferisce anche di alcuni rapporti del Viminale in cui si documenta che ‘i No-Tav hanno avviato una serie di iniziative per contrastare l’arrivo sul posto delle forze dell’ordine e l’inizio dei lavori’.
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