Metti un francese, uno scozzese e un olandese: no non è l’inizio di una barzeletta ma le rispettive nazionalità di Jean-Pierre Sauvage, Sir J. Fraser Stoddart e Bernard L. Feringa, i tre ricercatori che hanno vinto il premio Nobel per la Chimica 2016.
Il mondo deve apparire molto piccolo per chi si occupa di biologia e per studiarlo al meglio c’è bisogno di strumenti ancora più piccoli: le macchine messe a punto dai tre studiosi riproducono i movimenti delle nostre cellule, come la contrazione muscolare, ad esempio. In questo modo, attraverso la tecnologia si è riusciti ad arrivare a macchine minuscole, grandi pochi miliardesimi di metro che si muovono, possono trasportare farmaci ed eseguire comandi a distanza.
Il primo ad aver cominciato a “giocare con atomi e molecole” in scala ridotta è stato il francese Jean-Pierre Sauvage, professore emerito all’Università di Strasburgo che nel 1983 riuscì a legare insieme due molecole ad anello e poi a farle scivolare l’una dentro l’altra. Dopo qualche anno, precisamente nel 1992, arrivò lo scozzese Sir J. Fraser Stoddart, professore di chimica alla Northwestern University, in Illinois (USA), che costruì il primo rotore, capace di girare attorno ad un asse centrale. Alla fine, parafrasando Bernardo di Chartres, un insegnate di Chimica Organica olandese, Bernard L. Feringa stando sulle “spalle” dei colleghi che avevano lavorato prima di lui, è riuscito però a vedere più lontano, costruendo dei motori molecolari capace di far ruotare oggetti piccolissimi e disegnando la prima ‘automobile nano’.
L’onorificenza mondiale viene assegnata ogni anno ad ottobre e la premiazione avviene circa un mese dopo, il 10 dicembre, giorno dell’anniversario della morte del fondatore dell’ambito Premio, l’inventore della dinamite e chimico svedese Alfred Bernhard Nobel. Ambiscono al famoso riconoscimento tutti colore che si sono distinti nel campo della fisica, della chimica, della fisica, medicina, letteratura e per la pace. Fra le varie disciplina manca però la matematica, premiata con la Medaglia Fields. Rispetto al Nobel, la Fields ha dei limiti di età (può andare solo a chi ha meno di 40 anni) e l’assegnazione avviene ogni 4 anni.
P.M.
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