Migliora il Pil italiano nel terzo trimestre del 2017 con un aumento dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e dell’1,8% su base annua. Lo rileva l’Istat nelle stime preliminari, spiegando che si tratta della tredicesima variazione congiunturale positiva, ovvero sopra la soglia ‘zero’. Non solo, il dato tendenziale, pari al +1,8%, risulta il più alto dal secondo trimestre del 2011, ovvero da oltre sei anni.
Il premier Gentiloni plaude al risultato:
“Come dimostrano i dati Istat, in Italia la crescita sta accelerando in modo molto significativo e questo è un dato importante per il nostro Paese e per l’Unione europea”
ha detto il Presidente del Consiglio al termine dell’incontro, ieri, a Palazzo Chigi con il primo ministro bulgaro Boyko Borissov.
E lo ha ribadito oggi, nel suo intervento all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Cattolica: “Da ieri non siamo più il fanalino di coda in Europa”. Quello che necessita, perché ancora più importante delle cifre ” è capire che il Paese s’è rimesso a crescere, anche se questa crescita non ha risanato le cicatrici della crisi. Non è la soluzione ma un’opportunità – dice alle classi dirigenti – che offre una possibilità”.
I conti italiani, comunque, rimangono sotto la lente dell’Unione europea che, nonostante gli ultimissimi dati sul Pil che certificano una crescita dell’1.8% nel terzo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, incremento più alto dal 2011, invierà una lettera con richiesta di chiarimenti sulle deviazioni dagli obiettivi e di ulteriori impegni in merito alla legge di bilancio, la cui decisione definitiva sui conti italiani slitta però a maggio del prossimo anno. L’opinione Ue giungerà il prossimo 22 novembre.
Per il vicepresidente della Commissione Jyrki Katainen, che dice comunque di non voler “anticipare” l’opinione Ue in arrivo il 22 novembre, “dai numeri la situazione in Italia non migliora”, e suggerisce anche che “tutti gli italiani dovrebbero sapere qual è la vera situazione economica in Italia”, ovvero “una deviazione dagli obiettivi di medio termine per quanto riguarda il saldo strutturale”.
Ma il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan non condivide il pensiero di Katainen e replica prontamente sulla solidità della legge di Bilancio,”utile al Paese e conforme alle regole”: “Non rispondo a Katainen ma rispondo con quanto ho già detto molte volte in passato: con la commissione c’è un rapporto di collaborazione continua, se ci saranno osservazioni sulla legge di Bilancio, ne terremo conto. Ma comunque ripeto che è una buona legge”.
In ogni caso, la prossima settimana arriverà un verdetto solo ‘parziale’: sarà quindi un via libera da verificare di nuovo a maggio 2018, cioè una volta che saranno consolidati i dati 2017 e sarà possibile capire la vera entità dello scostamento dagli obiettivi di riduzione del deficit strutturale per quest’anno.
Anche lo scorso anno la Commissione rinviò la decisione definitiva sulla legge di stabilità a maggio, dopo aver chiesto all’Italia una correzione dello 0,2% entro il 30 aprile, che il Governo realizzò nei tempi previsti.
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