Il piano assunzioni previsto dal Ddl sulla Buona Scuola è oggi al vaglio definitivo della Camera. Una volta superato l’esame di Montecitorio, la riforma scolastica, che prevede 100mila assunzioni, entrerà in vigore già da settembre.
“Fortunatamente non è stata affossata dalle proteste luddistiche dei sindacati. Saremo attenti sull’attuazione dei decreti attuativi”, afferma il vicepresidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Mario Rusconi.
Le fasi del piano assunzioni. A parlare è Giorgio Rembado, presidente dell’ANP, che spiega che l’anno 2015-16 sarà un anno di transizione in cui l’assunzione dei 100mila professori prevista sarà articolata in tre momenti: a settembre verrà dato incarico a “36.625 professori di coprire i posti disponibili e vacanti”. “Tutti gli altri – continua Rembado – verranno assunti nel corso dell’anno con decorrenza giuridica dal 1 settembre 2015, ma con decorrenza economica dall’effettiva presa di servizio”. Entro il 30 giugno 2016, finito il periodo di transizione, il Ministero dell’Istruzione dovrà definire gli ambiti territoriali dove andranno a confluire tutti i 100mila professori assunti. A quel punto, le varie scuole italiane consulteranno gli ambiti per individuare gli insegnanti più idonei e in linea con la propria offerta formativa (di durata triennale).
Organico funzionale. Parte di quei 100mila prof, andranno a formare a coprire i posti di “potenziamento dell’offerta formativa”, ovvero supplenze, corsi di recupero e di sostegno nel corso dell’anno, ma non ci sarà alcuna differenza di contratto con i docenti che non faranno parte del cosidetto “organico funzionale”.
“Piuttosto – spiega il presidente dell’ANP – una differenza significativa resta tra i docenti titolari secondo le vecchie regole e i nuovi docenti che verranno individuati dalle scuole dagli ambiti territoriali”: infatti i secondi sono legati a doppio filo non con l’istituto ma con le indicazioni del Piano di formazione triennale definito dalla scuola in questione. Nel caso il Pof venisse modificato e in seguito venisse meno l’idoneità di alcuni docenti con le modifiche apportate, i professori potrebbero essere costretti a trasferirsi in un’altra sede scolastica.
Tuttavia, approvazione del Ddl a parte, restano ancora molte questioni aperte. Ad esempio, resta ancora da decidere cosa fare di quei docenti che, superato l’esame per l’accesso alle scuole d’insegnamento, chiuse dal governo dal 2009, non le hanno frequentate per motivi diversi. Tutti loro, di cui tra l’altro non si conosce il numero preciso, rientrebbero nell’iscrizione delle graduatorie, ma con la riserva di conseguire l’abilitazione (a scadenza 20 giugno) ma all’oggi, molti Tfa non si sono ancora conclusi, mantendendo letteralmente “sospesi” i professori coinvolti.
P.M.
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