Il ”bordello” come un ”sistema per compiacere Silvio Berlusconi”. E’ questo uno dei passaggi della requisitoria con cui magistrati hanno chiesto il rinvio a giudizio per Minetti, Fede e Mora. Procuratore Forno poi precisa: ‘Non ho detto pero’ che Arcore era un bordello’. Nel corso dell’udienza preliminare a Milano l’accusa parla anche di un “sistema strutturato per fornire ragazze disponibili a prostituirsi”.
Le due showgirl Chiara e Ambra ammesse come parti civili. Ghedini: dichiarazioni pm destituite di fondamento. Il 13 luglio la prossima udienza. Il procuratore aggiunto Pietro Forno e il pm Antonio Sangermano, nel corso dell’udienza preliminare iniziata ieri hanno chiesto al gup Maria Grazia Domanico di rinviare a giudizio Lele Mora, Nicole Minetti e Emilio Fede imputati per il caso Ruby. Con l’intervento della Procura e’ ripresa dunque l’udienza preliminare sul caso Ruby nella quale sono imputati Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti. Il gup Maria Grazia Domanico ha respinto la richiesta delle difese di poter svolgere in questa fase dell’udienza le questioni preliminari che invece verranno sollevate quando i legali faranno la discussione. I pm hanno parlato ”di un sistema strutturato per fornire ragazze disponibili a prostituirsi” davanti al gup Maria Grazia Domanico alla quale hanno ribadito la richiesta di processo per Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, accusati di induzione e favoreggiamento della prostituzione di ragazze maggiorenni e di Ruby, all’epoca dei fatti minerenne. I due magistrati hanno spiegato che l’attivita’ di induzione e favoreggiamento della prostituzione da parte dei tre imputati per i presunti festini a luci rosse ad Arcore era un ”sistema non occasionale” e ”ben organizzato per compiacere Silvio Berlusconi”. I due pm hanno dunque utilizzato anche la parola ”bordello” per descrivere il sistema dei presunti festini hard nella villa del premier. Secondo i pm, era Nicole Minetti ad amministrare il ”bordello”. ”Non ho mai detto che Arcore era un bordello. Il termine bordello e’ stato utilizzato come riferimento storico alla divisione dei compiti prevista dalla legge Merlin che, come noto, prevedeva la soppressione delle case chiuse”. Lo ha precisato in serata il procuratore aggiunto di Milano Pietro Forno in relazione al suo intervento durante l’udienza preliminare per il caso Ruby. Nella legge Merlin, come poi ha spiegato il procuratore Forno, si parla di una serie di funzioni all’interno delle case chiuse, dal reclutatore al favoreggiatore, dal gestore allo sfruttatore. Tale legge ha poi soppresso le case chiuse, e quindi questo tipo di organizzazione, ed e’ poi stato istituito il reato di induzione e favoreggiamento della prostituzione. Dopo l’intervento dei pm il gup di Milano, Mariagrazia Domanico, ha rinviato l’udienza preliminare sul caso Ruby nella quale sono imputati Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti il prossimo 11 luglio e ha fissato un’altra data che e’ il 13 luglio. Le due ex miss piemontesi Ambra e Chiara sono state ammesse come parti civili dal gup Maria Grazia Damanico davanti al quale si è celebrata l’udienza preliminare per il caso Ruby. Nella richiesta di costituzione di parte civile ammessa dal gup e presentata dai legali delle due ragazze, gli avvocati Patrizia Bugnano e Stefano Castrale, si legge che Ambra e Chiara hanno ”subito un danno non patrimoniale costituito dalla profonda ed enorme sofferenza subita” per essere state considerate al pari di meretrici e quindi di essere state indotte a tale attivita’ facendole partecipare ”ad una serata ad Arcore nella dimora di Silvio Berlusconi”, dimora che abbandonarono appena si resero conto del reale scopo della partecipazione. La serata in questione e’ stata quella del 22 agosto 2010. Inoltre nell’istanza si chiedono anche i danni patrimoniali dovuti alla ”perdita di chance” lavorativa causata dall’essere state considerate delle escort. Quanto a Ruby, parte offesa nel procedimento, al momento non e’ stata presentata alcuna richiesta di costituzione di parte civile. Il suo legale, l’avvocato Egidio Verzini all’inizio dell’udienza ha precisato di stare valutando le carte per un’eventuale richiesta, richiesta che puo’ presentare anche in sede di dibattimento. La decisione del gup di Milano Maria Grazia Domanico, che ha ammesso Ambra e Chiara come parti civili nell’udienza preliminare sul caso Ruby ”apre la strada anche alle altre ragazze che se vogliono possono costituirsi come parti civili”. Lo hanno spiegato gli avvocati Patrizia Bugnano e Stefano Castrale, lasciando l’aula del settimo piano del Palazzo di Giustizia milanese. L’avvocato Bugnano, che rappresenta Ambra Battilana, ha spiegato inoltre che la ragazza, dopo che il suo nome e’ comparso nell’inchiesta sul caso Ruby in relazione alle serate ad Arcore, ”ne ha subite di tutti i colori anche a scuola”.
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