Silvio Berlusconi non rinuncia a quella norma ”giusta e sacrosanta” ribattezzata ‘salva-Fininvest’ inserita nella manovra economica e poi stralciata per evitare un ennesimo braccio di ferro con il presidente Napolitano. Approfittando di una conferenza stampa alla Camera, il premier ricostruisce la sua versione dei fatti: chiama in causa il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, a conoscenza come il resto dei ministri, di quelle ‘cinque righe’ inserite nel provvedimento ma, soprattutto, annuncia che dopo la sentenza della corte d’appello sulla Cir-Mondandori, l’articolo puo’ essere ripresentato nell’iter parlamentare.
Berlusconi la vorrebbe direttamente nella manovra, ma questo porterebbe a riaccendere lo scontro con il Quirinale. Nel Pdl lo sanno bene ed ecco perche’ l’ipotesi a cui si lavora, annunciata dal vice capogruppo vicario al Senato, Gaetano Quagliariello, e’ quella di ”un ddl che affrontera’ in termini strutturali e ben articolati la norma dei risarcimenti civili”. Se la stesura del testo e’ affidata agli uomini piu’ fidati, l’intenzione del Cavaliere – a parte la nota scritta per ritirare la norma contestata – sembra proprio quella di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Ed il primo a salire sul banco degli imputati e’ il titolare del Tesoro che come lui considerava quel provvedimento ”sacrosanto” tanto da ”non ritenere di portarla al voto del Consiglio dei ministri”. Insieme al titolare di via XX Settembre, il capo del governo cita il ministro Roberto Calderoli che, una volta a conoscenza avrebbe anche detto che ”poteva scriverlo meglio”. Una ricostruzione dei fatti, che non piace ai diretti interessati. Se Umberto Bossi prende le distanze dall’ipotesi di una ripresentazione del testo e si affretta a precisare che ”nessuno sapeva nulla, compreso Tremonti”, Calderoli si affretta a puntualizzare, tramite un comunicato, di aver appreso della cosiddetta ‘salva-Fininvest’ solo ”dalle agenzie”. Nessun commento da parte del ministro dell’Economia che pero’ dall’assemblea della Coldiretti, parlando della manovra, lancia un monito che ai piu’ sembra avere un preciso destinatario: ”Sei piu’ serio se dai l’idea che non fai il bene a te, ma il bene comune”, dice, aggiungendo che ”se servi il Paese, fai le cose che credi siano giuste e non fai il furbo, pensando di fregare qualcuno”. Dietro le quinte pero’ la tensione cresce, tant’e’ che le dichiarazioni di Berlusconi rilanciate dalle agenzie diventano oggetto di una precisazione da parte di palazzo Chigi: “quanto mi viene attribuito da alcune agenzie di stampa in merito all’operato del Ministro Tremonti non corrisponde al mio pensiero né alla verità dei fatti” puntualizza Berlusconi in un comunicato. ‘Pensiero’ e ‘fatti’ che pero’ contrastano con le parole dette pubblicamente e puntualmente registrate dai giornalisti. Nella maggioranza non si fa fatica ad interpretare la smentita come la volonta’ di placare l’irritazione di un Tremonti che, secondo piu’ di qualche fedelissimo del premier, avrebbe agitato ancora una volta lo spettro delle dimissioni. La ‘frenata’ alle considerazioni di Berlusconi comunque la dice lunga sullo stato dei rapporti del premier con il ‘superministro’. E la (breve) storia della ‘salva-Fininvest’ ne e’ la prova. Ma e’ soprattutto tra le fila del Pdl che si incontrano ogni giorno sempre piu’ critici nei confronti del titolare del Tesoro lasciando presagire che oltre sulla cosiddetta ‘salva-Fininvest’, la guerra tutta di nervi nella maggioranza proseguira’ sul capitolo pensioni. E forse, a quel punto, non bastera’ a Berlusconi assicurare – come fatto oggi – che ”il governo e’ assolutamente aperto a modifiche durante l’iter parlamentare” . Facendo, ovviamente, salvo ”il saldo finale”.
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