I sindacati denunciano: per i lavoratori sarà un inferno.
Non si ferma la protesta dei sindacati greci. In attesa del voto parlamentare sulla manovra straordinaria da 28 miliardi di Euro, le sigle sindacali hanno proclamato a partire da martedì mattina uno sciopero generale di 48 ore.
Ad Atene treni, autobus e aerei sono rimasti fermi, mentre le uniche corse della metropolitana rimaste in funzione, sono quelle che permettono l’accesso ai luoghi della protesta. Secondo le stime, tra il settanta e l’ottanta per cento dei cittadini greci è contrario alle misure di austerità seguite alla crisi del debito pubblico, mentre l’opposizione al governo del socialista di George Papandreou sostiene che la diminuzione invece che l’aumento delle tasse come ricetta per far ripartire l’economia e diminuire un tasso di disoccupazione che ha raggiunto, ormai, il sedici per cento. Una delle misure più controverse, l’estensione dell’imposizione fiscale anche sui redditi che non superano gli ottomila Euro l’anno, è stata definita “ingiusta ma necessaria” dallo stesso ministro delle finanze Evangelos Venizelos . “L’unico modo” ha fatto sapere Papandreou “per rimettere il paese in piedi”. Il debito greco ammonta, ormai, a 340 miliardi di Euro, mentre l’approvazione delle misure di austerità sono considerate propedeutiche sia alla concessione dell’ultima tranche – 12 miliardi di Euro – del prestito da 110 miliardi concesso dai governi europei alla Grecia nei mesi scorsi sia all’approvazione del successivo, da 120, tuttora allo studio. Attualmente, il governo può godere di una maggioranza di 155 seggi su 300. Se la manovra che i sindacati hanno definito “un massacro” e un “inferno per i lavoratori” non verrà approvata si teme un crollo definitivo dei conti greci: un sisma che rischia di influenzare la stabilità dell’intera Eurozona.
Tommaso Vesentini
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