L’azzardo è buttare 132 euro al mese dentro una slot machine che, se si è fortunati, ‘sputerà’ fuori una manciata di monete utili a non far pensare, almeno per qualche istante, che tutto è perduto. Non proprio tutto, se qualche spicciolo rientra, ma l’onore quello sì. L’auto-percezione, l’identità morale di una persona non possono essere compromesse dall’impulso irrefrenabile di sfidare la sorte con qualche moneta che vorremmo si moltiplicasse come per incanto.
Sembra invece che a noi italiani piaccia giocare la somma che può essere più utile per pagare qualche utenza domestica se non la spesa alimentare settimanale per la famiglia. In quasi dieci anni le giocate sono aumentate del 668%: nel 1998 sono stati giocati 12,5 miliardi di euro attuali, nel 2016 96,1. In pratica, dal neonato al centenario, ogni individuo che risulti ancora iscritto all’anagrafe scommette 1.587 euro l’anno, vale a dire 132 euro al giorno.
I dati sono esaminati nel dossier dal titolo “Lose for Life” (“Perdi per la vita”, un gioco di parole che stravolge quel “Win for Life” – “Vinci per la Vita” – il gioco che ti promette, se vinci, una rendita mensile per 20 anni), curato dai giornalisti Claudio Forleo e Giulia Migneco, frutto di un progetto culturale di ‘Avviso Pubblico’ (ad oggi rappresenta 370 soci tra Comuni, Regioni e Province) e realizzato in collaborazione con ‘Altraeconomia’ e il Master in “Analisi prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione” dell’Università di Pisa.
L’intento della pubblicazione, da oggi nelle libreria di tutt’Italia, è spiegato nel sottotitolo: “Come salvare un Paese in overdose da gioco d’azzardo”. Perché il gioco d’azzardo è diventato in Italia un serio problema sociale: tante famiglie hanno dilapidato i loro risparmi. Non solo, è anche un problema sanitario: tante persone si sono ammalate, e tante altre si ammaleranno, per dipendenza da gioco d’azzardo. Ed è un problema criminale perché le mafie hanno investito nel gioco d’azzardo.
“Lose for Life” fotografa la situazione del gioco d’azzardo nel Bel Paese e illustra, attraverso il contributo di esperti, magistrati, sociologi, psicologi, giornalisti, il percorso che ha condotto l’Italia a diventare la nazione regina del gioco, non solo nelle scommesse ma anche per l’ammontare delle perdite: 19,5 miliardi l’anno. L’Italia è il Paese che perde più soldi nell’azzardo, è davanti ad USA, Regno unito, Spagna, Francia e Germania. Siamo, come dice il titolo del lavoro, nel pieno di un’overdose da gioco d’azzardo, con tutti i risvolti negativi che ne conseguono: economici, di salute, sociali. Se invece del numero globale degli abitanti prendiamo in considerazione solo i contribuenti (meno di 41 milioni di persone), la media della giocata annuale di ciascuno sale da quasi 1600 euro annui a 2357, pari a 196 euro al mese. Cifra che se rapportata al reddito medio (1.724 euro, dato del 2016) incide nella misura dell’11%.
‘Lose for Life’ vuole essere da stimolo per un dibattito costruttivo tra i soggetti istituzionali, economici e sociali coinvolti, nei mesi in cui il governo è chiamato ad emanare una fondamentale legge di riordino sul settore dei giochi. Contiene interviste a rappresentanti del Governo e degli Enti locali. Si confronta con le imprese, le associazioni, i giocatori patologici per presentare infine una serie di proposte concrete per affrontare l’emergenza, a partire da esempi tangibili sviluppati da quei Comuni che, da Nord a Sud, sono stati i primi a dover fare i conti con i problemi causati dalla sovraesposizione al gioco delle comunità.
A.B.
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