“Ora basta. Decidiamo noi“. E’ questo lo slogan con cui oggi gli studenti di 70 città italiane sono scesi in piazza per il diritto allo studio e contro la ‘Buona scuola’ la riforma approvata dal Governo Renzi nel luglio 2015.
Lo sciopero generale per docenti e personale scolastico è fissato per il 21 ottobre, ma oggi i manifestanti aprono la stagione delle proteste studentesche. In prima linea Unione degli Studenti e Link Coordinamento Universitario.
“La riforma approvata nel luglio 2015 è solo il primo attacco sferrato dal governo Renzi contro la democrazia”, aveva detto all’AdnKronos Francesca Picci, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti che organizza e promuove la manifestazione.
“L’ultimo tassello di questo attacco è il referendum costituzionale – continuava Picci – con cui il governo sta tentando di realizzare un accentramento di potere. Noi vogliamo difendere la sovranità popolare e la tutela della democrazia può partire solo dalle scuole”.
A Roma il corteo studentesco è partito in ritardo da piazzale Ostiense a causa della pioggia, ma le tensioni tra studenti e polizia non si sono fatte attendere: un piccolo gruppo di ragazzi auto organizzati si sono staccati dal percorso prestabilito, dirigendosi verso il Parlamento per “un’azione”. Subito fermati dagli agenti, non sono mancati calci e spinte ma i ragazzi più grandi del movimento universitario si sono messi in mezzo e hanno riportato il gruppetto nel corteo che marcia in direzione del ministero dell’Istruzione. Intanto la Questura ha fatto sapere che due minori sono stati fermati e quattro studenti sono stati identificati e sanzionati. Sequestrati dalla polizia anche alcuni scudi in plexigas in un furgoncino che stavano per essere distribuiti ai manifestanti.
A Milano gli studenti scesi in piazza, secondo i numeri forniti dai partecipanti erano almeno in 4mila ed hanno attaccato una serie di volantini sulla vetrina della filiale di Banca Etruria: “le banche italiane finanziano l’industria militare e investono in armi atomiche, ribellati ora!”. Momenti di tensione si sono registrati anche a Firenze quando un gruppo di manifestanti ha preso a calci il cancello dell’istituto superiore Galileo. Gli altri studenti hanno subito “fatto muro” per impedire l’intervento delle forze dell’ordine ed impedirne l’identificazione.
La protesta più ampia si è però registrata a Palermo con 5mila studenti che alternavano citazioni di Paolo Borsellino (“Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”) e slogan contro il premier (“Caro figlio il governo ti vuole ignorante”, “Renzi a casa a calci”, “Ci volete servi, ci avrete ribelli”).
Per i ragazzi scesi in piazza, la protesta alla Buona Scuola è indissolubilmente legate al Jobs Act sostenendo che “la Buona scuola si lega al jobs act per connettere formazione privatizzata e lavoro precario, concretizzando politiche d’austerità nel paese”.
“L’autunno 2016 deve rappresentare un processo tramite il quale ci si attiva, cogliendo l’occasione per aprire il dibattito su una linea trasversale e più ampia che rechi con sé l’unione indissolubile tra istruzione, democrazia e costituzione” hanno ribadito gli studenti che ora chiedono una legge nazionale che assicuri il diritto allo studio.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy