Circa il 30% degli omicidi compiuti in un anno in Italia ha come vittima le donne. Una vera e propria strage per fermare la quale il governo ha appena dato il via libera al decreto che tra le novità prevede l’aumento di un terzo della pena sia nel caso di femminicidio che di stalking. Quanto a quest’ultimo, dall’entrata in vigore dell’apposita legge, sono state 38.142 le denunce presentate, di cui 9.116 dal primo agosto del 2012 al 31 luglio del 2013. A denunciare nel 77% dei casi sono sempre le donne.
Sono alcuni dei dati forniti dal ministero dell’Interno dopo la riunione al Viminale del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduta dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, presenti il viceministro Filippo Bubbico e i vertici delle Forze dell’Ordine e dei servizi di intelligence.
Il ministro dell’Interno ha incontrato la stampa per uno scambio di saluti e si è collegato in videoconferenza con le sale operative delle diverse Forze di Polizia e del soccorso pubblico presenti sul territorio che, anche nella giornata di ferragosto, garantiscono la sicurezza dei cittadini.
Nel corso dell’incontro con la stampa è stato presentato il dossier che raccoglie tutti i dati sull’ultimo anno di attività del ministero dell’Interno.
Oltre a femminicidi e stalking, nell’ultimo anno tra il 1 agosto del 2012 e il 31 luglio del 2013 sono stati 1697 i mafiosi arrestati; tra di loro c’erano 78 latitanti, di cui 8 ritenuti di massima pericolosità. Nello stesso periodo sono stati sequestrati alla criminalità organizzata 9,569 beni, di cui 705 aziende, per un valore complessivo di 3,145 miliardi di euro.
Per quanto riguarda invece il reato di immigrazione clandestina, il Viminale fa sapere che del primo agosto 2012 al 10 agosto scorso sono sbarcati sulle nostre coste 24.277 immigrati. E un terzo di loro, cioè esattamente 8.932, è arrivato in Italia in 40 giorni, dal primo luglio al 10 agosto scorso. Nonostante i numerosi sbarchi sulle nostre coste, l’immigrazione è diventata per Alfano «un’emergenza gestibile: abbiamo saputo coniugare il dovere di accoglienza con il diritto alla sicurezza».
Quanto a proteste e manifestazioni: per la Tav, in un anno (sempre dal 1 agosto del 2012 al 31 luglio del 2013) sono state 130 le manifestazioni di protesta organizzate dal movimento No Tav e in 23 di queste occasioni ci sono stati disordini. Nello stesso periodo di tempo complessivamente in Italia ci sono state 10.724 manifestazioni di piazza, di cui una buona fetta (4.111) di carattere sindacale e occupazionale. In 569 casi ci sono stati disordini. Secondo il ministro «in Val di Susa si sta dimostrando che quando lo Stato prende una decisione,questa non può essere sabotata con azioni violente. L’opera va avanti».