3,7 per cento invece che 2,7.E 3,91 invece che 3,2. Di tanto aumentano i tassi d’interesse per i debiti contratti a dodici e diciotto mesi rispettivamente dalla Spagna. Un passo indietro per la finanza europea che investe direttamente uno dei paesi ritenuti più a rischio dopo la crisi greca. E’ infatti dalla Spagna che arriva il sintomo delle paure che agitano i mercati: quella che molti stati dell’eurozona – nonostante i moniti e le assicurazioni incrollabili della banca centrale europea – alla fine non riescano a pagare gli interessi accumulati sul debito. La notizia, comunque, per quanto negativa, non ha avuto le ripercussioni che si erano temute, rimanendo la vendita dei bonds spagnoli abbastanza forte e facendo segnare alla borsa di Madrid un deciso 1,6per cento di aumento. In questo clima di cauta incertezza si aspetta l’incontro giovedì mattina tra i vertici della Eu per definire proporzioni e coinvolgimento privato nel secondo prestito d’emergenza da accordare alle finanze greche. Anche qui le speculazioni su un default –l’ammissione da parte di uno Stato di non poter pagare gli interessi – sono state ferocemente smentite dai funzionari della BCE, sebbene sia stata lasciata aperta la porta a misure intermedie e temporanee capaci d’alleviare la pressione sullagreciai senza per questo mettere a repentaglio la credibilità e la stabilità dell’eurozona.
Tommaso Vesentini