Sono tornati in piazza in Spagna gli ‘indignados’ a una settimana dalla “smobilitazione” del presidio permanente nelle piazze di diverse città.In migliaia di persone hanno aderito alle manifestazioni organizzate in decine di città del paese contro il modello politico ed economico che regola il Paese.
Le proteste si continuano a svolgere in un clima pacifico e senza incidenti, rivolte in buona parte anche contro il ‘Patto dell’Euro’, ossia il patto di stabilità sottoscritto dai paesi della zona della moneta unica che obbliga a misure di rigido controllo dei deficit a scapito, secondo i manifestanti, dello sviluppo economico e della giustizia sociale.Sempre secondo il movimento M15,che si chiama così per essere nato lo scorso 15 maggio con l’occupazione di Puerta del Sol, conclusa una decina di giorni fa, l’esempio della risposta che dovrebbe venire dai paesi in crisi è quello della ‘rivoluzione islandese’. Gli abitanti della repubblica nordica per referendum si sono rifiutati di pagare i debiti accumulati dalle loro banche. “Tutti i cammini portano a Islanda”, uno degli slogan cantati oggi in tutta la Spagna, o “è una truffa, non una crisi”, “La chiamano democrazia, ma non lo è”, “Popoli d’Europa, svegliatevi” e il classico “Noi la crisi non la paghiamo”. Altro elemento di novità di questo ritorno del movimento in Spagna è la richiesta avanzata dai manifestanti di uno sciopero generale “per bloccare il Paese”.
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