Suicidio assistito: Dj Fabo è morto in Svizzera

Dj Fabo è morto stamattina. Lo ha annunciato su Twitter l’esponente radicale Marco Cappato, che lo aveva accompagnato in Svizzera per il suicidio assistito. Aveva compiuto da poco quarant’anni; era cieco e tetraplegico dal 2014, a causa di un grave incidente stradale.

Il dj, all’anagrafe Fabiano Antoniani, aveva deciso di rendere pubblico il suo calvario, ed è diventato un simbolo della lotta per la legge sul testamento biologico.

Prima di decidere di partire per la Svizzera, Fabo aveva pubblicato numerosi appelli video alle istituzioni italiane per sbloccare l’iter delle leggi sul testamento biologico e sull’eutanasia. In quello dello scorso 19 gennaio si era rivolto direttamente al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, senza ricevere risposta. A tutt’oggi il ddl sul testamento biologico è ancora arenato alla Camera: appena tre giorni fa la sua discussione è stata di nuovo rinviata, per la terza volta in due mesi. A presentare la proposta di iniziativa popolare era stata proprio l’Associazione Luca Coscioni, della quale Cappato è tesoriere e militante storico.

L’ultimo messaggio di Fabo – in cui il dj sottolinea di essere arrivato in Svizzera con le sue forze, e non con l’aiuto dello Stato – contiene proprio un ringraziamento all’esponente radicale. Che nel suo tweet di stamattina commenta: “Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo”.

Numerosissimi i commenti sui social network, dove l’hashtag #Fabo è balzato in testa alle tendenze di Twitter in italiano. Ci sono saluti, messaggi di commozione, auguri di buon viaggio, ma anche critiche allo “Stato sordo”. Avvenire ha invece pubblicato un “controappello” di Matteo Nassigh, un ragazzo di 19 anni affetto da disabilità gravissime per un incidente al momento della nascita: “Noi due non possiamo fare niente da soli, ma possiamo pensare e il pensiero cambia il mondo”.

In questo momento, a disposizione del Parlamento ci sono sei proposte di legge sull’eutanasia che dovrebbero essere riassunte in un unico testo, ma non se ne discute da un anno. Una delle proposte – anch’essa di iniziativa popolare – è stata presentata dall’Associazione Luca Coscioni. La prima è a Montecitorio da marzo 2013.

F.M.R.

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