Il Monte del Tempio (in ebraico: הַר הַבַּיִת?, Har haBáyit), detto anche il Nobile Santuario (in arabo: الحرم القدسي الشريف, al-Haram al-qudsī al-sharīf) noto anche come Spianata delle Moschee, è un sito religioso nel centro di Gerusalemme che a causa della sua importanza per l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam è uno dei luoghi religiosi più contesi al mondo.
Ora, l‘Unesco – con il voto favorevole di 24 Paesi, 6 contrari, 2 assenti e 26 astenuti – ha adottato la Risoluzione (presentata dai Palestinesi insieme ad Egitto, Algeria, Marocco, Libano, Oman, Qatar e Sudan) che di fatto pur riconoscendo, come hanno riferito i media israeliani, che la Città di Gerusalemme è sacra alle tre religioni monoteiste, “ignora i legami degli ebrei con il Monte del Tempio”, chiamato dai musulmani Spianata delle Moschee, e mette “in dubbio le connessioni” con il Muro del Pianto. Il Monte del Tempio, è scritto nel provvedimento che sarà votato definitivamente martedì prossimo, è sacro solo per i musulmani: per indicare il luogo non è usato né il termine ebraico (‘Har HaBayit’) né quello inglese equivalente (Temple Mount). Ad essere adoperate sono invece le definizioni musulmane di ‘Moschea di Al-Aqsa’ e di ‘Haram al-Sharif’.”
Anche per lo spiazzo antistante il Muro del Pianto è adoperata la denominazione araba di ‘Piazza al-Buraq’ e la definizione di Muro del Pianto (Hakotel Hama’aravi) appare solo in seguito.
La mossa dell’Unesco – che già nello scorso aprile aveva adottato un simile provvedimento, votato anche dalla Francia con conseguente crisi diplomatica tra Parigi e il governo a Gerusalemme – ha suscitato l’ira di Israele. Netanyahu ha attaccato l’organismo denunciando che “continua il suo teatro dell’assurdo… Se non vogliono leggere la Bibbia almeno guardino ciò che è raffigurato sull’Arco di Tito a Roma e la Menorah che i romani rubarono a Gerusalemme dal Tempio. Anche l’imperatore Tito faceva propaganda sionista?”. “Negare i legami ebraici con il Monte del Tempio – ha denunciato – è come negare quelli della Cina con la Grande Muraglia o quegli degli egiziani con le Piramidi”. Stesso tono da parte del presidente Reuven Rivlin secondo cui “nessun forum o organizzazione nel mondo può recidere i legami tra il popolo di Israele e la Terra di Israele e Gerusalemme”. Il ministro dell’istruzione Naftali Bennett ha deciso di sospendere da subito “tutte le operazioni” con l’Unesco. Lo scrive il sito di Maariv secondo cui “non ci saranno incontri con i rappresentanti dell’Unesco o la partecipazione a conferenze internazionali”, e non avrà luogo “alcuna cooperazione con un’organizzazione professionale che fornisce supporto al terrorismo”.
Israele contesta anche la scelta dei termini nella bozza di risoluzione, che non parla di Monte del Tempio, ma privilegia la definizione araba dell’area che ospita la moschea di Al Aqsa.
Anche il leader dell’opposizione, il laburista Isaac Herzog, ha alzato la voce: “Su questa materia non c’è disaccordo tra il popolo di Israele. Esorto l’Unesco a ritirare questa bizzarra Risoluzione ed a impegnarsi nel proteggere, e non distorcere, la storia umana”. E l’ambasciatore israeliano a Roma Ofer Sachs ha bollato “la vergognosa decisione di oggi” dell’Unesco che dimostra che “se si ha una maggioranza automatica, si può anche decidere che il mondo sia piatto”.
Di tutt’altro avviso, invece, il delegato palestinese all’Unesco: “Israele finge che con questa decisione i palestinesi e gli arabi neghino l’importanza storica della città vecchia di Gerusalemme per il popolo ebraico” dichiara Mounir Anastas. “In realtà, se leggete il terzo paragrafo della risoluzione, vedrete che comincia con il riconoscimento della sua importanza storica per le tre religioni monoteiste”.
Molti Paesi europei si sono astenuti, mentre gli Stati Uniti deplorano quello che definiscono “un provvedimento politicizzato, che non fa nulla per produrre risultati costruttivi”.
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