Ad invocare le dimissioni di Ignazio Marino sono il Centro destra, Noi con Salvini, Fratelli d’Italia, il Movimento 5 Stelle e una rappresentanza di CasaPound. Molto alta la tensione oggi davanti al Campidoglio per la prima riunione del Consiglio comunale dopo che alla seconda tornata di arresti nell’ambito dell’inchiesta su Mafia se ne sono aggiunti altri 4 e 14 indagati.
“Siamo in piazza del Campidoglio con i cittadini a chiedere le dimissioni di Marino. Il ruolo di Marino nelle indagini di Mafia Capitale è stato inesistente: mai e in nessun caso il Sindaco è arrivato prima della Magistratura. Anzi molti dei personaggi coinvolti nell’inchiesta sono stati direttamente scelti dal Sindaco. Anche alla luce delle dichiarazioni del Prefetto Gabrielli che ha parlato di malagestione e corruzione della macchina amministrativa e dopo gli ulteriori arresti di queste ultime ore, le dimissioni di Marino appaiono come un atto dovuto e di responsabilità, per non esporre la Capitale al rischio di scioglimento per Mafia”. È quanto si legge in una nota diffusa dal Nuovo Centrodestra “che sta manifestando in Campidoglio con cartelli a memoria delle indagini e degli arresti che vedono coinvolti consiglieri e dirigenti del Comune. Alla protesta sono presenti per l’Ncd il Coordinatore del Lazio, Roberta Angelilli, e i consiglieri municipali Stefano Erbaggi, Jessica De Napoli, Alessandra Consorti, Holljwer Paolo”.
Ma torniamo ai fatti che hanno accompagnato la seduta consiliare per le surroghe dei quattro consiglieri Pd arrestati. Attivisti del Movimento 5 stelle, di Casapound e lavoratori di Multiservizi hanno cercato di entrare a palazzo Senatorio per la riunione del Consiglio comunale ma gli è stato impedito da un cordone di agenti delle forze dell’ordine che hanno fatto da barriera ai manifestanti. Gli esponenti grillini hanno urlato «mafiosi, mafiosi» e alzato cartelli con scritto «onestà». Poi hanno cominciato a leggere le intercettazioni dell’inchiesta su Mafia capitale in favore dei cameramen tv che riprendevano la manifestazione.
Si è dovuto attendere le ore 17 perché in Campidoglio tornasse finalmente la calma.
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