Il Movimento 5 Stelle espelle Rosa Capuozzo sindaco da appena sei mesi di Quarto Flegreo, comune di 40 mila abitanti in provincia di Napoli. Il motivo della scomunica di questo amministratore comunale, che non si è piegato alle volontà dei tre del direttorio del suo partito che la volevano dimissionata spontaneamente, è spiegato nei dettagli sul blog di Grillo: «È dovere di un sindaco del MoVimento 5 stelle denunciare immediatamente e senza tentennamenti alle autorità ogni ricatto o minaccia che riceve». Cosa che la Capuozzo, minacciata come hanno rivelato le intercettazioni di sue conversazioni con altri consiglieri della sua stessa area, non avrebbe fatto. Secondo le indagini del pubblico ministero Henry John Woodcock, infatti, alcuni voti sarebbero stati condizionati dalla camorra e di questo il Movimento nazionale sarebbe stato pienamente consapevole.
«Come diceva Paolo Borsellino in riferimento alla necessaria pulizia da fare all’interno dei partiti – scrive Grillo – non bisogna soltanto essere onesti, “ma apparire onesti”, al di fuori di ogni dubbio e al di sopra di ogni sospetto” ». Rosa Capuozzo, quindi, è stata espulsa «per grave violazione dei suoi principi. Perché siamo il Movimento 5 Stelle e non un Pd qualsiasi. La strada dell’onestà ha un prezzo. Il prezzo è dover essere, sempre, senza eccezione alcuna, al di sopra di ogni sospetto. Per farlo occorre marcare le differenze tra noi e chi ci ha governato finora in modo netto ».
In realtà la motivazione dell’espulsione della Capuozzo, eletta nel giugno del 2015 per amministrare un comune che era stato sciolto per mafia ben due volte, è spiestata dal seguente post sul blog di Grillo: “‘L’urbanistica e lavori pubblici oltre al Puc (Piano urbanistico comunale, ndr): queste sono le tre cose a cui mira e sta sclerando e sta facendo sclerare, perché scalcia scalcia ma non sta ottenendo niente, ricatta ricatta ma non ottiene niente perché io vado come un muro, non me ne frega più niente ormai”. “Io ho lottato per… con minacce per la casa… io ho detto… ma smantellatemi questa cazzo di casa, non faccio un passo indietro, ho subito minacce per qualsiasi cosa”. Queste, puntualizza il blog del leader M5S, sono le parole di Rosa Capuozzo, intercettata, rispettivamente, il 24 novembre e il 16 dicembre 2015, in colloqui telefonici con i consiglieri comunali Concetta Aprile e Alessandro Nicolais.
“La camorra – si legge ancora nel post – a Quarto ha perso, perché non è riuscita a incidere in alcun modo sull’amministrazione e tutte le richieste pervenute sono state rimandate indietro duramente. Ma dalle parole di Rosa Capuozzo è evidente che si è trattato di un caso di ricatto da parte dell’ex consigliere Giovanni De Robbio, al contrario di quanto da lei stessa sostenuto nelle sue dichiarazioni pubbliche e di quanto riferito ai membri del M5S nei diversi incontri avuti, in cui ha parlato di semplici pressioni politiche”.
Dopo il sindaco Rosa Capuozzo, che non intende mollare l’incarico, toccherà ai consiglieri M5S il ‘cartellino rosso’. I 15 eletti tra le file dei 5 Stelle hanno infatti deciso di restare al fianco della prima cittadina e andare avanti, nonostante la procedura di espulsione decisa dai vertici del Movimento. A quanto apprende l’Adnkronos, nelle prossime ore la mail che attiva la procedura di espulsione dal Movimento verrà inviata anche a loro. “Al di là dei colori politici, come già detto, il nostro prioritario senso di responsabilità verso i cittadini tutti ci impone di continuare ad amministrare con coscienza ed onestà il nostro territorio, come fatto fino ad oggi”, ha affermato in una nota il primo cittadino, che si è recato negli uffici della Procura di Napoli. Capuozzo sarà ascoltata dai pm che indagano sui presunti condizionamenti della camorra sulle amministrative.
Per il Pd arriva invece la replica del premier Matteo Renzi, intervistato da ‘Repubblica Tv’: “L’idea che il M5S ha il monopolio morale, che per noi non è mai esistita, ora è chiaramente venuta meno anche per i militanti del Movimento 5 stelle. Noi nel Pd la pulizia l’abbiamo fatta e non guardiamo in faccia a nessuno. Ma quale era il presupposto? Che il M5S fosse immune, un partito di perfetti. Ma sono come tutti gli altri partiti”.
“Io – continua il premier – sono per il garantismo più totale. Quella di Quarto è una vicenda per la quale avere grande rispetto, bisogna evitare strumentalizzazioni, che segna un dato oggettivo: questa giovane sindaco ha chiesto aiuto ai suoi dirigenti, non si capisce se l’ha ottenuto e se qualcuno ha preferito tacere. Mi sembra davvero ingiusto buttare la croce addosso a lei. Io dico no alle dimissioni, lei avrebbe dovuto denunciare chi la ricattava ma non dimettersi. In quel posto l’hanno messa i cittadini”.
Da Twitter arriva il duro attacco del presidente del Pd, Matteo Orfini: “Grillo espelle il sindaco di Quarto perché non ha denunciato le minacce. Ma lei aveva avvertito Di Maio. Attendiamo a breve l’espulsione di Di Maio”.
Intanto, dalla pagina Facebook ufficiale, il membro del direttorio cinquestelle Alessandro Di Battista risponde a chi chiede lumi sull’espulsione del sindaco di Quarto Rosa Capuozzo: “Ragazzi siamo sotto attacco, resistiamo e rilanciamo. Che pensavate che sarebbe stata facile buttare giù un sistema così ingiusto? Coraggio!”.
Continua Di Battista: “Rivolgo un invito: pubblicate tutto. Pd e Fi, che sono la stessa cosa, per decenni hanno cercato e cercano di ostacolare la magistratura e le inchieste colpendo l’istituto delle intercettazioni. Le intercettazioni servono tantissimo, anche a Quarto ci hanno aiutato a capire che c’era una parte di mondo inquinato”.
“Abbiamo deciso di espellere” il sindaco di Quarto Rosa Capuozzo “perché le abbiamo chiesto qualche giorno fa 3 le dimissioni, perché secondo noi un sindaco M5S deve essere al di sopra di ogni sospetto. Lei – aggiunge Di Battista – a nostro avviso si è comportata bene, non ha mai ceduto a pressioni, però è innegabile” che a Quarto sono arrivati “alcuni voti inquinati, che non si possono accettare anche se sono 3”.
Capuozzo, dopo l’aut aut dei tre del direttorio “non si è dimessa. Ha detto poi di non aver mai subito ricatto o pressioni, noi le abbiamo creduto. Poi scopriamo dalle intercettazioni che non aveva quel che avrebbe dovuto. Noi non possiamo permetterci sospetti, non siamo il Pd che giustifica mafia capitale cercando di far credere che sono puliti mentre sono sporchi fino all’essenza”, accusa Di Battista.
“Ci tengo a dire – insiste Di Battista – che siamo sotto attacco mediatico. Ci può stare, siamo una forza che ha alle spalle milioni e milioni di cittadini per distruggere privilegi indecenti. Tranquilli, andiamo avanti e rispondiamo colpo su colpo”.
Intervento su Facebook anche per Roberto Fico e Luigi Di Maio che, in un video pubblicato sul popolare social network, si difendono a spada tratta dalle accuse di essere al corrente di quanto stava avvenendo a Quarto. Non solo. Avvertono che chiunque scriverà il contrario verrà querelato. “Né io né Luigi – dice Fico – abbiamo mai saputo di nessun ricatto o minaccia da parte di qualcuno per ottenere qualcosa. Eravamo all’oscuro completamente, altrimenti avremmo denunciato”.
“Chi sta dicendo che sapevamo – gli fa eco Di Maio – sta dicendo una falsità e verrà querelato, quereleremo tutti quelli che diranno questa bugia”. Fico, in particolare, si sofferma sul messaggino che gli è stato contestato. I 5 Stelle – annunciano – pubblicheranno tutti gli ‘screenshot’ del caso sui social. “Rispetto alla falsità che scrivono – chiarisce Fico – specifico che quel messaggio è stato inviato dopo l’espulsione di De Robbio”, dunque si riferiva all’invito a Capuozzo ad andare avanti.
Anche Di Maio richiama uno stralcio di intercettazione che gli viene oggi attribuita, riguardo al fatto di essere a conoscenza di quel che accadeva a Quarto, ma il messaggio “si riferiva al capogruppo Nicolais. Ero stato messo a conoscenza del fatto che Nicolais intendeva cambiare il regolamento del consiglio comunale per aumentare i gettoni di presenza dei consiglieri, ma come ben sapete noi ci tagliamo gli stipendi e siamo fermamente contrari”.
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