E’ iniziata subito, quando qualche fiammella risultava ancora indomita, la gara di solidarietà per la ricostruzione di Notre Dame. La famiglia Pinault, tra le più ricche di Francia, alla guida del colosso del lusso Kering, ha annunciato la donazione di 100 milioni di euro per il restauro della cattedrale simbolo di Parigi e della cultura cristiana europea. Il gruppo LVMH (Louis Vuitton Moet Hennessy) e la famiglia Arnault, quarto patrimonio mondiale, hanno immediatamente rilanciato stanziando la cifra di 200 milioni di euro. LVMH spiega di volersi unire “alla ricostruzione di questa straordinaria cattedrale, simbolo della Francia, del suo patrimonio e della sua unità”. E annuncia di mettere a disposizione “tutte le sue squadre di creatori, architetti, finanzieri, per aiutare nel lungo lavoro di ricostruzione e di raccolta di fondi”.
La città di Parigi darà un contributo di 50 milioni di euro, mentre la Regione ha promesso 10 milioni. 200 milioni arrivano anche da L’Oreal, di cui 100 attraverso la fondazione Bettencourt Schueller. In totale le donazioni, compresi anche gli sforzi di piccoli gruppi e privati, che hanno già superato i 600 milioni si avviano rapidamente verso il primo miliardo di euro.
Ma non solo fondi, per ristrutturare la cattedrale arrivano in dono le querce di Fransylva, la fondazione che raccoglie 3,5 milioni di proprietari di foreste private in Francia. Ognuno di loro donerà uno dei suoi esemplari. Mentre il gruppo assicurativo Groupama ha offerto 1300 querce prese dai boschi in Normandia.
Da oriente arriva la solidarietà del Giappone, che ha indicato la volontà di sostenere la Francia soprattutto nelle opere di restauro. “Il governo giapponese prenderà in considerazione la possibilità di fornire supporto, qualora richiesto dal governo francese”, afferma Yoshihide Suga, segretario capo del gabinetto.
Anche Vladimir Putin, ha inviato un telegramma a Macron, per esprimere il suo rammarico e ha espresso la speranza che la grande cattedrale possa essere ripristinata. Il presidente russo ha proposto “l’invio in Francia dei migliori esperti russi con grande esperienza nel restauro di monumenti del patrimonio culturale internazionale”.
Non da meno l’Italia da cui si è subito levata la voce di Fabio Carapezza Guttuso, direttore generale dell’Unità per la Sicurezza del Patrimonio Culturale del ministero dei Beni culturali.
“Il Mibac è pronto a mettere a disposizione i suoi tecnici per collaborare con le autorità francesi alla messa in sicurezza – ha affermato – e poi alla ricostruzione della cattedrale di Notre Dame, sulla base delle esperienze maturate in passato”. Carapezza Guttuso testimonia “la massima solidarietà agli amici francesi”, ma anche “l’impegno a intervenire, non appena sarà possibile, con le nostre risorse che sono già mobilitate”.
In Italia, purtroppo abbiamo avuto recentemente tre casi simili, tutti molto gravi. L’incendio del Petruzzelli di Bari nel 1991, della Fenice nel 1996, e un anno dopo quello della Cappella della Sindone, dove addirittura il marmo si calcificò per il calore. In tutte le situazioni, ricorda Carapezza Guttuso, “gli incendi si svilupparono per lavori in corso”. Anche se per il Petruzzelli e la Fenice fu riconosciuta l’azione dolosa. Soprattutto per la ricostruzione del gioiello veneziano la comunità internazionale si mobilitò riconoscendolo, a buon diritto, patrimonio della cultura mondiale. Le immagini di Notre Dame avvolta dalle fiamme e dal fumo sono una ferita per tutta l’umanità, ma l’esperienza della Fenice dimostra che il recupero è possibile.
Tuttavia inutile ingannarsi, per Parigi si profila una lunga attesa. Il restauro della cattedrale di Notre-Dame de Paris “durerà mesi e anni” ha detto il ministro francese della Cultura, Franck Riester, spiegando che è ancora “troppo presto” per valutare la durata precisa della ristrutturazione. “In ogni caso – ha proseguito ai microfoni di France Info – ci vorrà tanto tempo e bilanci molto importanti”. Riester ha precisato che “i due terzi del tetto sono andati in fumo” e che la “guglia è crollata all’interno della cattedrale, creando un buco nella volta”, e che anche “una parte delle vetrate è andata distrutta”. Ma è salvo il prezioso organo maggiore il cui materiale fonico è composto da 8000 canne, per la maggior parte di Cavaillé-Coll, così come tutte le opere d’arte che erano custodite all’interno. Il sindaco Anne Hidalgo ha precisato che diverse opere sono già state trasferite all’Hotel de Ville, sede del Comune dove abitualmente si tengono mostre.
E.R.
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