Il governo greco ha chiesto una proroga di sei mesi del programma di assistenza coordinato da Ue, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale. La notizia è stata confermata giovedì mattina con un tweet dal presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem. Ma nonostante il cauto ottimismo delle istituzioni internazionali, la Germania ha opposto un netto rifiuto alla proposta.
Il governo del premier Alexis Tsipras punta a guadagnare tempo per poter rinegoziare i termini dell’accordo, che scade il prossimo 28 febbraio. Il testo originale, sottoscritto dal precedente esecutivo guidato da Antonis Samaras, lega lo sblocco dei prestiti al raggiungimento di obiettivi di bilancio che il nuovo governo ritiene contrari agli interessi della nazione. La soluzione favorita da Tsipras è un accordo a lungo termine per la ripresa e la crescita contenente le misure di sostegno promesse dall’Eurogruppo nel 2012.
Secondo fonti ufficiali, Atene non avrebbe chiesto un’estensione di tutto il piano di salvataggio, ma solo dei prestiti, per “fornire un ombrello protettivo al sistema finanziario”. Il testo diffuso dall’agenzia Reuters, invece, cita esplicitamente il “Master Financial Assistance Facility Agreement”, il nome ufficiale del programma completo.
Quanto al merito della proposta, il governo greco avrebbe promesso di attuare riforme per la crescita, contro l’evasione fiscale e la corruzione, impegnandosi nel frattempo a mantenere “l’equilibrio dei conti”.
Oltre a promettere di onorare tutti i debiti e di riconoscere il piano rinegoziato come legalmente vincolante, Tsipras avrebbe accettato di collaborare con gli ispettori della Commissione Europea, della BCE e del FMI: una marcia indietro rispetto alla linea radicalmente anti-Troika sostenuta in campagna elettorale.
La reazione della Commissione Europea è all’insegna di un cauto ottimismo. Un portavoce del presidente Jean-Claude Juncker ha definito la proposta greca “un segnale positivo” in vista di “un compromesso ragionevole nell’interesse della stabilità“. Il portavoce ha rivelato che Tsipras, Juncker e Dijsselbloem hanno discusso della questione per tutta la notte.
Poche ore dopo, però, il ministero delle Finanze tedesco ha gelato i primi entusiasmi. Il Ministro Wolfgang Schäuble, attraverso il portavoce Martin Jäger, ha fatto sapere che il documento presentato da Atene all’Eurogruppo “non presenta alcuna proposta di soluzione sostanziale”, e il suo contenuto “non corrisponde ai criteri stabiliti nell’eurogruppo di lunedì”, in occasione del quale Tsipras aveva chiesto un taglio del surplus primario di bilancio previsto per i prossimi due anni.
La posizione della Germania segue la linea del rigore fiscale tracciata mercoledì nella telefonata fra il Ministro del Tesoro USA Jack Lew al suo omologo greco, Yannis Varoufakis.
Attraverso il portavoce Jerry Rice, il FMI si è invece defilato dalle discussioni sulla proposta greca. Il piano bilaterale sottoscritto con la Grecia scade nel 2016 e quindi “in questa fase non c’è bisogno di prorogarlo”. In ogni caso, ha spiegato il portavoce, presenta già tutta la flessibilità che serve allo scopo.
Sulla questione non è ancora detta l’ultima parola: la UE ha convocato una riunione straordinaria dell’Eurogruppo per venerdì alle 15, cosa che suggerisce la presenza di un margine di manovra in sede comunitaria.
Intanto, per far fronte alla fuga di capitali che le banche greche stanno subendo, la BCE ha alzato da 65 a 68,3 miliardi il tetto dei prestiti d’emergenza.
L’Eurotower ha smentito invece le indiscrezioni, riportate dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung, secondo le quali avrebbe messo in atto controlli sui movimenti di capitale per arginare la corsa ai bancomat.
Filippo M. Ragusa
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