È iniziata ieri la 48° edizione di Vinitaly, una delle più importanti rassegne internazionali dedicate al vino, fino al 9 aprile alla Fiera di Verona. Una manifestazione che nel corso di mezzo secolo ha raccontato l’Italia del vino che cambia e che si evolve, con una crescita esponenziale fino al 2014, un’edizione da record.
Crescita che è sostenuta soprattutto dalle richieste all’estero delle nostre migliori produzioni. Tra il 2008 ed il 2013 l’export è cresciuto mediamente del 6,8% all’anno. Il rapporto Mediobanca sul settore vinicolo indica nel 2013 (dati preconsuntivi) un balzo del 4,8% a 5,6 miliardi di euro del fatturato aggregato delle 111 società vinicole italiane che già nel 2012 avevano evidenziato un progresso sostenuto del 7,7%. Con l’ennesimo anno di crescita sostenuta, il fatturato ha esteso il proprio vantaggio rispetto ai livelli del 2008 (+24,1%), con un ampio margine per quello all’estero (+40,4%) ed uno più contenuto per quello domestico (+10,7%).
Mentre l’Italia a fatica quest’anno sta provando a uscire dalla recessione, dunque, il settore vinicolo continua a consolidarsi. Il vino tricolore piace ai francesi (+11 per cento), agli americani (+8 per cento), in Australia (+21 per cento) e in Cile (+66 per cento), mentre le nostre ‘bollicine’ si affermano in Cina (+101 per cento), ma anche in Gran Bretagna (+50 per cento) e in Russia (+31 per cento).
Nella nostra bella Italia, invece, l’ultimo anno ha visto i consumi interni di vino in calo. Secondo un’analisi Coldiretti basata su dati Ismea, gli acquisti di vino delle famiglie italiane sono diminuiti del 7 per cento nel 2013 e i consumi nazionali scendono al minimo storico dall’Unità d’Italia a circa 22 milioni di ettolitri, dietro Stati Uniti e Francia.
Dallo studio della Coldiretti è significativo rilevare che per quanto riguarda i consumi Italia e Francia nel vino rosso sono stati superati addirittura dalla Cina che ne è diventata il maggior consumatore mondiale nel 2013 con un incremento record del 136 per cento rispetto al 2008, mentre nello stesso periodo si è verificato un calo del 18 per cento in Francia e del 5,8 per cento in Italia.
Per effetto della crisi e del cambiamento degli stili di vita, gli italiani hanno detto addio – sottolinea la Coldiretti – a quasi un bicchiere di vino su quattro negli ultimi dieci anni e se la media di consumo è di 37 litri a persona, solo il 21 per cento degli italiani beve vino tutti i giorni e addirittura quasi la metà non lo beve mai.
Si beve meno, però si beve meglio: il formato più venduto, infatti, è stato quello delle bottiglie da 75 cl a denominazione d’origine che può contare su una offerta di 73 etichette Docg, 332 Doc e 118 Igt. I rossi più richiesti sono Chianti, Lambrusco, Vermentino, Barbera, Bonarda, Montepulciano d’Abruzzo, Nero d’Avola, Morellino e Dolcetto. Ma crescono anche il Pecorino, l’Aglianico e il Pignoletto, a conferma del successo dei vini autoctoni.
Ma c’è un’ulteriore notizia, che giunge proprio da Vinitaly: il vino italiano e Veronafiere saranno presenti all’Expo2015. Nell’ambito dello spazio dedicato all’Italia, cioé, ci sarà il Padiglione del vino, una costruzione di due piani su 2mila mq, di fronte al Padiglione della Ue e allo stesso Palazzo Italia, che darà al vino il massimo della visibilità. Esattamente all’incrocio tra il cardo e il decumano, pertanto nella piazza centrale dell’intera area Expo, potrà godere certamente della massima visibilità. Il costo complessivo sarà di almeno 8 milioni, di cui una parte a carico del ministero delle Politiche agricole e il resto di Veronafiere. La scelta di partecipare all’Expo è di Vinitaly: il ministro Martina l’ha definita una
“una scelta di competenza, esperienza e professionalità, fatta nella consapevolezza che possa assicurare al vino italiano un’importante e adeguata rappresentazione nell’ambito di Expo Milano2015″. “Vinitaly – ha sottolineato il ministro delle Politiche agricole – è la manifestazione che più di ogni altra ha scandito e accompagnato l’evoluzione del sistema vitivinicolo nazionale e internazionale, contribuendo negli anni a rendere il vino una delle più coinvolgenti e dinamiche realtà del settore primario”.
Il presidente di Veronafiere Ettore Riello e il dg Giovanni Mantovani hanno il merito di avere sostenuto sino alla fine questo progetto.
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