Il 23 febbraio, durante il 188esimo derby della Mole, si è assistito, nuovamente, a qualcosa dì imbarazzante per il calcio italiano. Durante la partita sono apparsi nella curva juventina due striscioni volti a inneggiare la tragedia di Superga:’’ Quando volo penso al Toro’’ e ‘’Solo uno schianto “. Parole che fanno accapponare la pelle.
Due frasi che hanno indignato il mondo del calcio italiano e internazionale, e che fanno parlare ancora una volta non del calcio giocato, ma di quello che avviene sugli spalti, durante le partite, nel nostro Paese.
Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ha cercato di limitare i danni all’immagine della propria squadra, esponendosi così sulla pagina twitter della Società:
‘Le tragedie non si toccano. Mai. No agli striscioni canaglia’’.
Episodi del genere sono accaduti già l’anno scorso: durante il derby di Torino, era stato esposto uno striscione di pessimo gusto:’ ’Noi di Torino orgoglio e vanto, voi solo uno schianto ‘’.
Sulla vicenda, è intervenuto su un emittente radiofonica l’ex calciatore Sandro Mazzola, figlio di Valentino, che quel 4 maggio del 1949, insieme ai suoi compagni della squadra del Torino, perse la vita a seguito dello schianto dell’aereo sulla basilica dì Superga. Mazzola, scosso dai fatti accaduti, si commuove durante l’intervista. Queste le sue parole:
‘Solo da noi c’è qualcuno che allo stadio porta certi striscioni. La dirigenza di quella società non c’entra, ma io dico che quello stadio va chiuso per un anno, per sempre. Solo in Italia succedono queste cose, ma non facciamo mai niente’’.
Poi, riguardo all’ammenda di 25mila euro, commenta così:‘’ E’ ridicolo, non esiste’’.
Sembra assurdo, ma il giudice sportivo ha ‘’punito’’ con soli 25mila euro i reati accaduti. La notizia fa molto scalpore in un anno calcistico dove si susseguono multe e chiusure di settori per ‘’discriminazione territoriale’’, norma nuova per il mondo del calcio, ritenuta poco chiara dal Coni dove l’ha spedita l’Alta Corte di Giustizia chiedendo una trasmissione della questione alla Federcalcio.
É come quando la Corte Costituzionale ha detto che bisognava riscrivere la legge elettorale…”, ha detto il presidente Malagò, da mesi scettico sulla norma.
In Giunta, Abete ha promesso una riflessione che porterà a delle modifiche dalla prossima stagione. Il primo quesito dell’Alta Corte riguardava il fatto che la squalifica delle curve della Roma, maturata per i cori in Coppa Italia, dovesse essere scontata in campionato. Malagò, però, ha chiesto anche di evitare «discriminazione nelle discriminazioni». Per il presidente del Coni non si riesce a capire «perché alcuni cori o striscioni sono puniti con la discriminazione territoriale e altri con un’ammenda. Se si puniscono gli insulti a Napoli, è giusto anche punire le offese a tutte le altre città. É buon senso».
In ogni caso, la discriminazione territoriale di certo non aiuta ad insegnare il senso civico ai tifosi che vanno allo stadio tutte le domeniche.
Oltre a ciò, questa multa fa storcere il naso, perché indirizzata nei confronti della Juventus, già al centro di varie polemiche per le decisioni arbitrali a proprio favore durante la stagione. Tutto l’insieme fa pensare ci sia ancora uno strapotere della società bianconera nel calcio italiano e sudditanza psicologica nei suoi confronti.
L’unica nota positiva su questa vicenda è arrivata ieri: sono stati individuati e denunciati tre supporter juventini rei di aver srotolato lo striscione ‘’ Solo uno schianto’’. Ai tre è stato inflitto anche il Daspo, ovvero il divieto di assistere alle manifestazioni sportive per almeno due anni.
Purtroppo, ciò non basterà per fermare l’ignoranza e la violenza in continua crescita, che contraddistinguono la maggior parte dei tifosi italiani. Come dice giustamente Mazzola, queste cose accadono solo in Italia.
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