Milano e Cortina coronano il sogno Olimpico italiano: saranno la sede di Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali nel 2026. Ed è la vittoria di un’accoppiata insolita, la grande metropoli e la perla delle Dolomiti, che hanno puntato tutto sulla sostenibilità ambientale del progetto. E adesso a far gola sono soprattutto i numeri di una ricaduta economica positiva, che dall’Expo in poi hanno insegnato a Milano a inseguire i progetti che la sganciano dalla zavorra di un Paese paralizzato, per lanciarla nel contesto internazionale. Se infatti i costi stimati sono di 1.3 miliardi di euro, di cui però 400 milioni a carico del Cio, gli effetti sul Pil valgono 2.3 miliardi, secondo uno studio de La Sapienza, e secondo un’analisi della Bocconi le possibilità di ricavi arrivano fino a 3 miliardi di euro.
La decisone del Cio è stata presa al primo scrutinio, il quorum necessario era di 42 voti e Milano-Cortina ne hanno ottenuti 47 contro i 34 di Stoccolma-Aare, uno solo si è astenuto. Unanime la gioia delle maggiori cariche dello Stato, dal premier Conte che era presente allo SwissTech Convention Center di Losanna, dove si sono svolte le votazioni, al Presidente Mattarella che aveva sostenuto la candidatura italiana con un video e che è stato raggiunto dalla notizia mentre era impegnato a Milano, per la settima edizione del Premio dedicato a Giorgio Ambrosoli. A Cortina le campane a festa hanno invitato la cittadinanza intera a celebrare la vittoria. Dal campanile della città è stata srotolata una bandiera italiana lunga 30 metri, mentre in piazza la gente ha iniziato a cantare l’Inno nazionale.
Non si è lasciato sfuggire l’occasione per una nota polemica il Ministro dell’Interno Salvini che ha commentato: “Vincono l’Italia, il futuro e lo sport: grazie a chi ci ha creduto fin da subito, soprattutto nei Comuni e nelle Regioni, e peccato per chi ha rinunciato“. Evidente il riferimento alla Torino di Chiara Appendino che fu costretta a chiamarsi fuori, per conformarsi alla linea grillina dei “No ai grandi eventi”.
Per una volta uniti sono invece apparsi il sindaco di Milano Giuseppe Sala (Centro Sinistra) e il governatore del Veneto Luca Zaia (Lega) che hanno parlato insieme davanti al Cio. Sala ha evidenziato la sostenibilità ambientale del progetto e ricordato la positiva esperienza di Expo, sottolineando che “20mila volontari sono già pronti” e il grande consenso che l’iniziativa ha nella città. Mentre Zaia, che ha concluso l’intervento, ha dichiarato: “Sarà un enorme privilegio poter presentare al mondo un patrimonio dell’Unesco come le Dolomiti. I Giochi sono una grande occasione che darà opportunità al nostro territorio”. A fine discorso i due si sono perfino abbracciati.
I Giochi saranno così suddivisi in quattro aree fra Lombardia, Veneto e le province di Trento e Bolzano.
Dieci delle 14 sedi di gara sono già esistenti e di queste 4 saranno ristrutturate. Tre sono sedi temporanee, dunque solo una verrà costruita da zero, e da investitori privati. Si tratta del PalaItalia Santa Giulia una struttura da 15mila spettatori destinata a l’hockey, ma che dopo i Giochi diventerà uno spazio polifunzionale. Le gare dello sci alpino maschile si svolgeranno in Valtellina sulla pista Stelvio di Bormio, una delle più spettacolari al mondo, dotata di un impianto di illuminazione che consente di gareggiare in notturna. Per lo sci alpino femminile è prevista invece un’altra sede, sul massiccio delle Tofane a Cortina.
Ma i Giochi 2026 puntano, come si è detto, soprattutto sulla sostenibilità ambientale, con l’impegno a riciclare il 100% dei rifiuti urbani e l’80% degli imballaggi, il divieto di incarti e confezioni monouso per cibi e bevande, nonché con la scelta di utilizzare materiali con meno ammoniaca per il mantenimento del ghiaccio. Saranno infine i pannelli solari ad alimentare gli impianti per la neve artificiale.
E ci sarà spazio anche per il grande spettacolo: la cerimonia di apertura davanti agli 80 mila spettatori di San Siro potrebbe diventare la più partecipata nella storia dei Giochi invernali. Quella di chiusura invece, andrà in scena nel suggestivo scenario dell’Arena di Verona, sito patrimonio dell’Unesco.
Elisa Rocca
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