C’è un fascicolo aperto per omicidio colposo plurimo dopo la morte di 5 ragazzi e una donna nella discoteca di Corinaldo, in provincia di Ancona, dove si sarebbe dovuto svolgere il concerto di Sferaebbasta.
Nel registro degli indagati dalla Procura di Ancona c’è il ragazzo di 15 anni, quello col cappellino scuro, indicato come colui che avrebbe spruzzato lo spray urticante, in stato di fermo da ieri sera per la droga trovatagli a casa. Questa mattina si sono aggiunte due persone: un 27enne, originario di Fano, e la fidanzata che lavora come cameriera, entrambi fermati dai carabinieri perché in possesso di droga dai carabinieri. L’ipotesi che si fa strada è quella di una ‘banda’ di persone dedite alle rapine ai danni di coetanei che potrebbero aver utilizzato lo spray per creare disordine o coprirsi la fuga dopo furti nella discoteca dove sono morte sei persone a causa della calca. Ci sarebbero poi anche i bodyguard che hanno gestito il servizio di sicurezza all’interno della Lanterna Azzurra di Corinaldo la sera in cui era atteso Sferaebbasta: anche loro potrebbero finire nel registro degli indagati della procura di Ancona.
Gli accertamenti dei magistrati si muovono infatti su due fronti: da un lato il numero di biglietti venduti, le reali presenze all’interno della discoteca e il rispetto delle norme di sicurezza, tutti aspetti che coinvolgono direttamente i 3 gestori del locale; dall’altro la gestione della serata dal punto di vista della sicurezza, che riguarda invece chi aveva in carico il servizio di bodyguard. Dalle testimonianze raccolte e da quanto poi accaduto è infatti evidente che nel momento in cui è scoppiato il panico qualcosa è andato storto. Sono state date le indicazioni giuste ai ragazzi? Sono state aperte tutte le porte di sicurezza? Soprattutto, è stato aperto immediatamente il cancello che dà sul parcheggio a pochi metri dalla rampa dove sono morte le 6 persone?
Nel mentre il direttore generale della SIAE, Gaetano Blandini, propone una soluzione digitale contro i furbetti delle discoteche, che riempiono i locali oltre la capienza consentita: sostituire il biglietto cartaceo con quello elettronico. “La normativa nazionale sulla biglietteria – spiega Blandini in una intervista al Quotidiano nazionale – è schizofrenica. Nelle discoteche e nei locali da ballo è possibile emettere in quella che viene chiamata ‘prevendita massiva’ quanti biglietti pare e piace, salvo poi comunicare entro 5 giorni quanti biglietti hai venduto e quanti biglietti sono stati poi staccati, cioè quante persone sono davvero entrate, ovviamente rimanendo entro i limiti di capienza. Tutti gli altri biglietti – continua – li devi restituire al soggetto che ha fatto biglietteria, che li deve conservare per 5 anni, ma è evidente che questa norma costituisce istigazione a delinquere perché dà mano libera ad alcuni gestori disinvolti per i quali i soldi vengono prima della sicurezza degli spettatori. Soggetti che emettono quanti più biglietti e fanno entrare quanta più gente possibile, convinti che poi è rara una verifica ex post sui biglietti staccati”. Il biglietto elettronico “certamente sarebbe molto utile – spiega -. soprattutto per questa tipologia di spettacoli. Con il biglietto elettronico un cliente si presenta con il suo telefonino, all’ingresso gli controllano con una banale pistola scanner il codice del biglietto, lui entra e quando esce viene smarcato ancora con lo scanner. Risultato, con costi bassi e in tempo reale, il gestore può sapere esattamente quante persone sono in sala. E possono saperlo, da remoto, anche la Siae e le forze dell’ordine”.
Dagli ospedali riuniti di Ancona giungono buone notizie di quattro dei sette ricoverati per i traumi riportati nella calca della discoteca Lanterna azzurra di Corinaldo. Per tre di loro le condizioni seppur stabili sono ancora critiche, anche perché sono ragazzi che oltre al trauma subito hanno avuto un periodo più o meno prolungato di asfissia le cui conseguenze andranno valutate nel tempo. Gli altri quattro sono stati estubati in quanto in grado finalmente di respirare autonomamente.
A.B.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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