Sono il simbolo per eccellenza della casta, a prescindere dal colore che hanno. Di rappresentanza, di servizio, con o senza i lampeggianti sul tettuccio non importa: le auto blu, amate da chi le usa, non sopportate dagli altri, sono nel mirino dei tagli ai costi dello Stato.
E se a livello nazionale tanto Renzi quanto Cottarelli ne parlano con insistenza anche a livello locale, Roma in primis, si parla di sforbiciare gli autoparchi pubblici.
In Italia, nel 2012, si contavano circa 60mila quattro ruote al servizio dello Stato, per un peso in termini economici di quasi un miliardo di euro l’anno. Una cifra enorme, tuttavia inferiore a quella dell’anno precedente, di 118milioni di euro superiore.
Oggi, in pieno clima di tagli da nove zeri, si avvia la –lenta- dismissione delle auto di rappresentanza.
Si comincerà da 6 tranche da 25 vetture l’una per 170 auto totali, che verranno inserite su Ebay. Ancora non si conosce il nome del venditore né tantomeno la base d’asta o se verrà imposto un ipotetico prezzo di riserva, sotto il quale il bene può essere ritirato dal venditore e rimesso all’asta successivamente.
Ci saranno, sicuramente, le Maserati Quattroporte volute nel 2011 dall’allora ministro della Difesa Ignazio La Russa – acquistate al prezzo di circa 117mila euro l’una, oggi acquistabili secondo le quotazioni di Quattroruote a circa 50mila euro – le classiche Lancia K e Thesis, le Alfa 156 e 159, e berline come la serie 5 della Bmw e la A6 dell’Audi: tutte vetture in dotazione ai vari ministeri e uffici del Governo.
Un primo passo, piccolo, verso il raggiungimento del tetto di 5 auto per dicastero che avrebbe in mente proprio Cottarelli nel suo piano di spending review.
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