Addio a Little Tony. L’Elvis italiano muore a 72 anni

Dopo Enzo Jannacci e Franco Califano, nel 2013 la canzone italiana perde un altro cavallo di razza: Little Tony. Il decesso è avvenuto a Villa Margherita, dove era ricoverato da tre mesi. I funerali si svolgeranno giovedì al Divino Amore.

Se n’è andato per sempre anche l’Elvis “de Noantri”. Dopo Enzo Jannacci e Franco Califano, nel 2013 la canzone italiana perde un altro cavallo di razza: Little Tony. Il cantante, che aveva 72 anni ed era originario di Tivoli (provincia di Roma), è morto dopo una lunga malattia che da mesi era nota nell’ambiente della musica leggera. Il decesso è avvenuto a Villa Margherita, dove era ricoverato da tre mesi. I funerali si svolgeranno giovedì al Divino Amore.

Per l’anagrafe Antonio Ciacci, “Tony” comincia giovanissimo a esibirsi nei ristoranti dei Castelli Romani, cui seguono i locali da ballo, le balere e i teatri di avanspettacolo. Nel 1958 viene notato dall’impresario inglese Jack Good, che lo convince a partire con i fratelli per l’Inghilterra, dove sono nati i “Little Tony & his Brothers”. In Gran Bretagna nasce anche la sua passione per il rock and roll, che durerà tutta la vita. Tra il 1958 e il ‘60, incide molti singoli, tra i quali “Johnny b. Good” e “Lucille”.

Ma la prima vera occasione in Italia gli si è presenta nel 1961 con il Festival di Sanremo dove, in coppia con Celentano, canta “Ventiquattromila baci”, ottenendo il secondo posto. Il primo successo discografico è nel 1962 con “Il ragazzo col ciuffo”: torna poi a Sanremo nel ‘64 con “Quando vedrai la mia ragazza”. Con “Riderà” del ‘66, Little Tony vende quasi un milione di copie, ma forse il suo più grande successo è “Cuore matto”, cantata a Sanremo nel ‘67, rimasta al vertice delle classifiche per molte settimane in Italia e capace di aprirgli le porte di Europa e Sudamerica.

La sua ultima apparizione a Sanremo è del 2008 con il brano autobiografico “Non finisce qui” e segna il suo ritorno in scena dopo l’infarto.

F.B.

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