Alla fine Berlusconi decide di sostenere ancora il governo

Silvio Berlusconi entra in aula al Senato con la mano poggiata amichevolmente sulla spalla di Schifani, poi prende brevemente la parola per le dichiarazioni.
“C’ è bisogno di un governo che possa produrre riforme strutturali e abbiamo deciso – dichiara Silvio Berlusconi di fronte a un aula in silenziosa attesa – non senza interno travaglio, di esprimere la fiducia a questo governo”.
Scatta subito l’applauso dei senatori del centrodestra e quello, più contenuto, del vicepremier Angelino Alfano seduto al fianco di Enrico Letta.
L’esecutivo è dunque salvo e ha abbondantemente i numeri per governare: 235 i sì, 70 i no.
Una decisione arrivata a sorpresa, viste anche le parole che Sandro Bondi poco prima aveva rivolto al Premier Letta, quando la nascita di un nuovo gruppo ad opera dei cosiddetti ‘ scissionisti’ era dato per certo: “Voi fallirete, darete vita a un ‘governicchio’ che ha ottenuto solo lo scopo di spaccare il Pdl”.
Una vera e propria guerra dei numeri quella che si è svolta in mattinata tra le quattro mura dell’aula Koch fra i senatori  Pdl riunitesi al termine del discorso tenuto dal presidente del Consiglio.  Una riunione formale del gruppo parlamentare a cui hanno preso parte solo 50 senatori sui 91 totali.
Profetiche sono state anche le parole del presidente del consiglio Enrico Letta durante il suo discorso alla Camera: “Coraggio e fiducia è quello che
torno a chiedervi, mi appello al Parlamento tutto: dateci fiducia per
realizzare i nostri obiettivi, per tutto ciò che si è fatto e impostato in questi pochi mesi. Una fiducia – prosegue il premier- che non è contro qualcuno ma per l’ Italia, per le  italiane e gli italiani  – ha aggiunto il premier – Una fiducia per tutti coloro che aspettano dal Parlamento, dalle istituzioni e dalla politica comportamenti e parole in base alle quali orientare le proprie scelte”.
Alessandra Angeletti

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