Una crisi di governo sarebbe “folle”, una “sciagura” per l’Italia, con pesanti conseguenze sulla stabilità economica e finanziaria; il governo dunque va avanti, fino al 2013, perché la solidità dell’alleanza con Umberto Bossi è immutata e perché “non esiste alcuna alternativa a questo governo e a questa maggioranza”. Nel suo discorso in Senato, che segna l’avvio della verifica di governo in Parlamento chiesta da Napolitano , il premier chiarisce che il governo intende andare avanti fino alla scadenza naturale della legislatura, utilizzando il tempo che resta per approvare le riforme messe in cantiere dall’esecutivo: in primo luogo quella del fisco,che sarà presentata “prima della pausa estiva” senza pesare sul bilancio.
Ma per la prima in un’aula parlamentare annuncia: non voglio essere premier a vita. In più di un passaggio, Berlusconi si prodiga in attestati di stima per Napolitano, del quale dice di condividere gli appelli all’unità e alla coesione; come quando promette che ascolterà le ragioni dell’opposizione sostenendo che “lavorare insieme vuol dire rispondere positivamente al capo dello Stato che ha richiamato l’unità per rispondere agli interessi del Paese”.Berlusconi cerca di disinnescare le mine che si frappongono sulla strada del governo. Il premier blandisce la Lega, ribadendo “l’amicizia e la stima per Umberto Bossi”. “Ci hanno provato in tutti i modi a dividerci, ma non ci riusciranno mai”, dice il premier. Risolta la grana del trasferimento dei ministeri (della quale non parla), prende tempo sulla richiesta leghista di mettere rapidamente fine all’intervento militare in Libia e di tagliare le missioni di pace: se ne parlerà dopo la riunione del Consiglio Supremo di Difesa presieduto da Giorgio Napolitano . Nell’insieme , Berlusconi si mostra ottimista: il governo, dice , “uscirà rafforzato” dalla verifica. “C’é la ferma intenzione – dice – di completare il programma arrivando alla scadenza naturale della fine della legislatura. In nessun altro paese le opposizioni e i media chiedono le dimissioni del governo in seguito alle elezioni di medio termine”. Il premier assicura di non voler “minimizzare” i risultati delle amministrative: le elezioni “possono far riflettere su una più incisiva azione di governo”, ma la richiesta di dimissioni venuta da molti settori dell’opposizione ‘e’ fuori luogo”. Dunque, il governo va avanti: perché i cittadini gli hanno dato la maggioranza e perché “sarebbe folle rimettere tutto in discussione con una crisi al buio”. L’Italia finora è riuscita a tenersi lontana dal baratro del default, ma se oggi si andasse alla crisi che cosa accadrebbe? La risposta di Berlusconi è a tinte fosche: “Le agenzie di rating ci tengono sotto osservazione e le locuste della speculazione non aspettano altro che colpire la preda”. Se il governo cadesse aumenterebbe il peso degli interessi sul debito pubblico, e “sarebbe una sciagura, non per il governo o per Berlusconi, ma per l’Italia, per la stabilità finanziaria e il suo futuro”. Una caduta del governo è inimmaginabile, perché “non esiste alcuna alternativa a questo governo” dal momento che “le tre o quattro opposizioni oggi presenti sono divise tra di loro e non in grado di esprimere un programma e un leader”. Berlusconi però ha bisogno di mettere in sicurezza i numeri in Parlamento e continua a battere sul tasto dell’allargamento della maggioranza all’Udc. “Ho sempre auspicato l’ingresso nella maggioranza delle forze più moderate che si riconoscono nel Ppe. Hanno risposto chiedendo una mia uscita di scena, ma è evidente che sollecitando un suicidio è impossibile il matrimonio”. E’ a questo punto che Berlusconi fa intravedere un suo futuro fuori dal Palazzo: ” Non voglio rimanere per sempre a Palazzo Chigi o leader del Pdl, ma ho la fermissima intenzione di lasciare all’Italia un grande partito legato al Ppe trasparente e democratico, baluardo della democrazia e della libertà “. Per il futuro più vicino, la strada tracciata dal premier prevede l’approvazione della riforma del fisco prima della pausa estiva : tre aliquote, più basse, revisione del sistema delle deduzioni e detrazioni, cinque imposte in tutto: il tutto, tiene a precisare Berlusconi, senza ‘buchi di bilancio”. Da qui alla pausa di agosto arriverà la manovra economica, in accordo con l’Europa e con “scelte sostenibili” per i cittadini. Tra i provvedimenti promessi da Berlusconi anche la riforma del patto di stabiltà con gli enti locali, altra richiesta di Bossi a Pontida.
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