Il sogno di avere, per la prima volta nella storia, ben tre squadre romane presenti nelle prime due divisioni del calcio professionistico nazionale sfuma sul più bello.
Negli ultimi 90 minuti della stagione, infatti, i ragazzi allenati dal tecnico Chiappara ( comunque, bravissimo nel ridare slancio ad una squadra che, dopo un folgorante scorcio iniziale di stagione con tanto di primato solitario in classifica, sotto la conduzione tecnica dell’altrettanto valido mister Giuseppe Incocciati, si era un po’ smarrita nella fase centrale della “regular season”) non sono riusciti a capitalizzare il preziosissimo 0-0 della gara d’andata, sul sempre insidioso ( e caldissimo) campo di Castellammare di Stabia.
Ai biancoblu, infatti, sarebbe stato sufficiente anche un secondo pareggio, tra le mura amiche del Flaminio, per ottenere una promozione che avrebbe avuto un significato storico per la Capitale. Invece, probabilmente bloccati dall’emozione di un traguardo così prestigioso e certamente giunti più stanchi fisicamente dei rivali, i romani lasciano, per lunghissimi tratti del primo tempo, l’iniziativa ai più pimpanti campani.
Dopo un’occasione sciupata proprio in apertura di gara dal bomber Ciofani ( girata a lato da buona posizione), è, infatti, la Juve Stabia a prendere decisamente in mano le redini del gioco, sovrastando, in mezzo al campo, i dirimpettai di casa. I soli Baronio e Maglietta riescono, in qualche misura, a far argine alle avanzate dei ragazzi di Breda. Corona, attaccante di razza della Juve Stabia, manca il vantaggio per i suoi, calciando alto, intorno al 20’ di gioco. La partita s’incattivisce e, dopo un brutto fallo dello stabiese Cazzola su Franchini e la veemente reazione di quest’ultimo, proprio Corona si rende protagonista di uno sgradevole episodio, prendendo per il collo la punta dell’Ateltico. Il tutto avviene nel conteso di un parapiglia tra i giocatori in campo che l’arbitro, il signor Irrati di Pistoia, fa enorme fatica a sedare.
Ma, quando, ormai, la gara sembrava potersi incanalare verso un, comunque favorevole, nulla di fatto all’intervallo, ecco l’episodio che decide, di fatto, il match e l’intero discorso-qualificazione. Al secondo minuto della prima frazione, infatti, il difensore centrale dell’Atletico, Doudou, commette un grave errore in piena area di rigore ed è bravissimo il centrale avversario, Molinari, ad approfittarne aprendo le marcature con un chirurgico diagonale.
La ripresa offre un copione che vede i padroni di casa disordinatamente in avanti alla ricerca del pareggio-qualificazione, ma la squadra di Chiappare si mostra stanca e priva di idee apprezzabili. Il solo neo entrato, Mazzeo, riesce a mettersi in luce nelle confuse manovre dei capitolini, così come è il solito Baronio ad impegnare, sempre e solo da calcio piazzato, l’estremo difensore Ambrosi.Ma, proprio nel finale di gara, arriva la rete che mette sotto chiave il risultato: è Corona, infatti, a raddoppiare, con una conclusione da distanza ravvicinata, mandando in visibilio gli oltre duemila tifosi giunti al seguito della Juve Stabia e la squadra campana, dopo 60 anni, nel paradiso della serie B.
Al termine della gara, Roberto Chiappara fa i complimenti ai vincitori: . Dall’altra parte, un raggiante Breda dice che:
Per la cronaca, nell’altra gara di ritorno dei playoffs per la promozione, il Verona, forte del 2-0 casalingo maturato al termine della sfida d’andata disputatasi al Bentegodi, riesca a limitare i danni, perdendo solo per 1-0 all’Arechi di Salerno contro una pur volenterosa Salernitana e guadagnando, così, il prezioso pass per la serie B.
Daniele Puppo
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