Quella che, all’inizio, era parsa essere un’indiscrezione più suggestiva che altro, buona per confezionare le prime pagine di tutti i quotidiani sportivi dello Stivale, con il passare delle ore, ha preso sempre più consistenza sino a divenire realtà: Leonardo non è più l’allenatore dell’Inter. Il brasiliano, infatti, ha accettato l’offerta del Paris Saint Germain e andrà in Francia a ricoprire il ruolo di direttore generale.
Moratti, inizialmente, aveva negato l’esistenza del contatto, ma, poi, ha dovuto prendere atto della decisione di Leonardo. Quali le ragioni di questo autentico fulmine a ciel sereno? Principalmente, la stanchezza del brasiliano, deluso da critiche e veleni inspirati durante la sua breve permanenza sulla panchina nerazzurra. Dopo un periodo iniziale contrassegnato dalla grande euforia per la lunga teoria di successi che avevano portato l’Inter a intravvedere persino la possibilità di sorpassare i cugini rossoneri ( sarebbe stato sufficiente vincere il derby di ritorno, terminato, invece, con uno sconfortante 0-3), la mancata riconferma del titolo di Campione d’Italia e la sorprendente ( addirittura, imbarazzante, se si guarda alle dimensioni del risultato) eliminazione dalla Champions League ad opera del non irresistibile Schalke 04 hanno determinato una brusca inversione di rotta nei giudizi di critica sportiva e tifoseria. Quelli che prima erano dei peana si sono rapidamente trasformati in strali. Umanamente comprensibile, quindi, la scelta dell’ormai ex tecnico nerazzurro. Al punto da esser divenuto un ex in tutti i sensi, in quanto non più allenatore, bensì dirigente. Una scelta di vita da rispettare, in ogni caso. E che suona più che come mera dichiarazione di inadeguatezza alle italiche pressioni ( non nuove, peraltro, per Leonardo, abbondantemente temprato da ben 13 anni di militanza rossonera!) come una inesorabile bocciatura di un sistema calcio, ormai in preda a isterie e ad un’umoralità che non consentono a chicchessia di poter svolgere una serena programmazione. Quali le conseguenze per l’Inter? Moratti, pur negando il divorzio in pubblico, aveva già individuato il possibile successore: Marcelo Bielsa. Il 55enne argentino, ex selezionatore, peraltro, delle nazionali di Argentina e Cile, sembrava, agli occhi del patròn nerazzurro, il candidato ideale. Poche ore fa, invece, la doccia fredda: il quotidiano argentino, La Naciòn, ha, infatti, reso noto che Bielsa avrebbe già rifiutato ben tre offerte da club europei e uno di questi sarebbe, per l’appunto, l’Inter. “El loco” risulterebbe, infatti, molto attratto dall’idea di poter allenare il nobile ( da qualche tempo un po’ decaduto) Athletic Bilbao, club dall’indiscutibile fascino e dal glorioso passato che può mettere a disposizione del proprio allenatore una “cantera” di prim’ordine, oltre a garantire assoluta libertà di manovra. Ora, ricominciano, febbrili, i contatti per trovare un altro candidato. Ancelotti ha già risposto “no, grazie”. Restano in piedi i nomi di Delio Rossi, Gasperini, Villas Boas resterà un miraggio, Dunga, Zico. L’ipotesi più concreta sembra, a conti fatti, quella di un ritorno sulla panchina di Mihajlovic, già ex giocatore della Beneamata. Ma i problemi in casa nerazzurra non finiscono certo qui. Dopo le esternazioni a mezzo stampa di Snejider che, facendo sfoggio di abilità diplomatiche piuttosto relative, ha affermato testualmente: , ci sono da registrare i “mal di pancia” del cannoniere stagionale, Samuel Eto’o, che sembra molto tentato dalle sirene della Premier League. Anche se le ultimissime dichiarazioni del camerunese farebbero presagire un rinnovo contrattuale con i milanesi. Maicon, inoltre, ogni giorno di più, sembra avvicinarsi a coronare il suo desiderio, rimasto tale da 12 mesi, di accasarsi al Real Madrid, dove ritroverebbe uno dei suoi più grandi estimatori, Mourinho. Quella che sembrava essere solo un anno fa un’invincibile e gioiosa “macchina da guerra” sembra ora un cantiere a cielo aperto. Tempo per correre ai ripari, però, ce ne è, ma bisogna sbrigarsi. Sarebbe troppo brutto, per i tanti tifosi del biscione, dover esclamare: <
Daniele Puppo