Il capo della squadra mobile di Napoli, Vittorio Pisani, è indagato con l’accusa di favoreggiamento nei confronti dei titolari di un ristorante, nell’ambito dell’ inchiesta della Dia nei confronti di affiliati al clan Lo Russo. Lo ha confermato il Procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore.
Il capo della squadra mobile di Napoli Vittorio Pisani è destinatario della misura di divieto di dimora a Napoli. Secondo quanto emerso dalle indagini della Procura di Napoli, Pisani avrebbe rivelato all’ imprenditore Marco Iorio notizie riservate sull’inchiesta in corso, consentendogli così di sottrarre beni al sequestro e di depistare le indagini. Titolare del fascicolo è il pm della Dda Sergio Amato, con il coordinamento del procuratore aggiunto Alessandro Pennasilico. Alle indagini hanno dato un contributo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Lo Russo (e non Russo, come in un primo momento comunicato), ex capoclan dell’omonima organizzazione criminale attiva nel quartiere Miano, che ha riferito, tra l’altro, degli stretti legami di amicizia tra lui e il capo della squadra mobile. La Direzione Investigativa Antimafia di Napoli, con la collaborazione dei carabinieri e della Guardia di Finanza, ha eseguito arresti e sequestri in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia napoletana nei confronti di persone legate al clan Lo Russo di Miano. Le indagini hanno riguardato una ingentissima attività di riciclaggio e di usura ed il reinvestimento di capitali illeciti in catene di ristoranti, pub e bar dislocati prevalentemente sul lungomare napoletano, con filiali a Caserta, Bologna, Genova, Torino e Varese. Tra le società di ristorazione sequestrate nell’ ambito dell’ operazione della Dia di Napoli contro il clan Russo per riciclaggio ed usura c’ è anche la “Regina Margherita”, che ha tra i propri soci il calciatore Fabio Cannavaro e che gestisce alcuni locali, uno dei quali in via Partenope. Il calciatore, che non è indagato, avrebbe fatto da prestanome all’ imprenditore Marco Iorio, legato al gruppo di Mario Potenza dedito all’ usura e legato a clan camorristici.Marco Iorio, l’ imprenditore ritenuto dagli investigatori amico e socio in affari del calciatore Fabio Cannavaro, è accusato di essere a capo di un’ associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, al trasferimento fraudolento di valori, alle false comunicazioni sociali e alla corruzione di pubblici ufficiali. Avrebbe impiegato nelle sue attività denaro del boss del quartiere Santa Lucia Mario Potenza e dei suoi figli, nonché due milioni di euro versati dall’ ex capoclan Salvatore Lo Russo, oggi collaboratore di giustizia. I soldi, secondo gli investigatori, provenivano soprattutto dall’ usura. Nel decreto di sequestro, emesso dal gip Maria Vittoria Foschini, sono contenute anche alcune intercettazioni telefoniche che provano l’ attività usuraria dei Potenza. Parlando con un imprenditore che non riusciva a saldare un debito, Salvatore Potenza lo minacciava così: “Ti devo levare tutti i denti da bocca… Allora, io non voglio sentire niente. Digli a quel bastardo di tuo figlio che, dove lo vedo lo vedo, lo mando all’ospedale. Dove vedo a tuo figlio, lo devo fare a pezzi”. “Confermo stima e fiducia nel dottor Vittorio Pisani, che destinerò ad altro incarico per corrispondere alle determinazioni dell’autorità giudiziaria, nella quale ripongo altrettanta fiducia ed i cui provvedimenti, io personalmente e l’Istituzione che rappresento, rispettiamo incondizionatamente”. Lo dice il capo della Polizia Antonio Manganelli, raggiunto telefonicamente dall’ANSA negli Stati Uniti dove si trova in questi giorni, in relazione all’indagine di Napoli in cui è indagato il capo della Mobile. “In questo momento – ha proseguito Manganelli – desidero mandare un abbraccio affettuoso alle donne e agli uomini della Squadra Mobile di Napoli che, a prezzo di enormi sacrifici personali e delle loro famiglie e pur in presenza di risorse umane e strutturali non sempre adeguate alle necessità, hanno ottenuto negli ultimi anni, proprio sotto la guida del dottor Pisani, risultati straordinari”. Dunque agli agenti, conclude il capo della Polizia “dico di continuare ad essere la magnifica squadra, solida e coesa, capace di fronteggiare con coraggio e determinazione l’inondazione criminale, non solo camorrista, che affligge quel territorio ed alla quale troppo spesso da più parti si risponde solo con la convegnistica e con vane analisi sociologiche. A loro dico di vivere a testa alta questi momenti di comprensibile amarezza, continuando a fare il proprio dovere al fianco della magistratura e in stretta sinergia con le altre forze di polizia nell’interesse della comunità napoletana e dell’intero Paese”.
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