La nuova direttiva del ministro della Salute per prevenire le aggressioni dei cani pericolosi. Intanto si attende la legge proposta dal ministro Beatrice Lorenzin: “Vogliamo trasformare definitivamente in legge ordinanze rinnovate anno per anno”.
È stato catturato proprio in queste ore a Ragusa il cane randagio di grossa taglia che la sera prima aveva azzannato alla gola un bambino nella frazione rurale di San Giacomo. Ma è solo l’ultimo di una serie di episodi davvero allarmanti. Il 9 settembre a Messina una donna di 88 anni è assalita dal cane di famiglia, un dogo argentino; l’anziana muore per le ferite. A Roma, quartiere San Basilio, ancora il 9 settembre, un molosso è sguinzagliato contro due poliziotti dai padroni, che stanno danneggiando un locale pubblico; gli agenti legano il cane a un’inferriata, l’animale muore soffocato. A Frosinone, 15 settembre, una donna di 83 anni muore in seguito all’aggressione di un cane nel piazzale del condominio. Tre aggressioni mortali, in pochi giorni, da un capo all’altro della penisola. Che succede? Ci sono in giro troppi cani aggressivi. I proprietari sono in grado di tenerli a bada?
Il 6 settembre è stata pubblicata sulla GU l’Ordinanza concernente la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani del Ministero della Salute, che introduce nuovi e più restrittivi obblighi a carico dei proprietari di cani. Nell’ordinanza si conferma l’obbligo del patentino per chi possiede un cane dichiarato “a rischio”.
Il tutto fa capo al ddl del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, approvato in Consiglio dei ministri lo scorso 26 luglio.
Qual’è lo scopo finale di queste misure? Vengono incontro alle aspettative dei cittadini e delle associazioni animaliste? Lo chiediamo direttamente a Beatrice Lorenzin.
“Si tratta semplicemente di trasformare in legge le ordinanze sulla sicurezza che vengono finora rinnovate automaticamente ogni dodici mesi da molti anni a questa parte – risponde il ministro – Nel ddl c’è la sezione sulla riorganizzazione della veterinaria nel suo complesso e si disciplina in modo organico il pacchetto “ordinanze sulla sicurezza animale” in modo da renderne più ordinata e controllata l’applicazione”.
E per il futuro? Quali nuove misure ha in preparazione?
“Dopo quelli nel ddl presentato a luglio in Consiglio dei Ministri, non abbiamo nuovi provvedimenti allo studio”.
Nelle aree urbane e nei luoghi aperti è obbligatorio tenere il cane al guinzaglio – non più lungo di 1 metro e mezzo – , essere muniti di museruola, raccogliere le feci. Ma i controlli, che fanno capo alle autorità comunali, raramente vengono effettuati. Poi c’è l’annosa questione delle razze pericolose: Pitbull, Dobermann, Rottweiler…
Già, ma non sarebbe il caso di aggiornare una buona volta l’elenco delle razze pericolose, di varare misure più specifiche?
“Tutto è opinabile – risponde Gaetana Ferri, direttore generale della Sanità animale del ministero, incaricata dalla Lorenzin di fornirci le risposte tecniche – L’elenco ha sempre sollevato qualche critica, c’è chi vorrebbe metterci dentro qualche specie, chi toglierla. Una volta abbiamo ricevuto le proteste dell’ambasciata portoghese perché nell’elenco c’era un cane tipico del Portogallo. In realtà da anni il concetto di razza pericolosa è stato superato, la maggior parte degli episodi infatti avvengono in ambito familiare. Ad esempio ne rimangono vittime bambini o ragazzini lasciati soli con cani grossi o impegnativi”.
Si possono prevenire questi episodi?
“Tecnicamente bisogna fare una grossa opera di formazione. Molti trattano i cani come oggetti di gioco. Nell’ordinanza si prevede un corso con un patentino rilasciato a chi vuole diventare proprietario responsabile di un cane. Il patentino, però, è obbligatorio per i padroni di cani che hanno già manifestato istinti aggressivi o sono stati dichiarati “a rischio elevato” dalla Asl. In questo caso le spese sono a carico del proprietario”.
Come mai ogni anno si rinnovano le ordinanze, senza varare una norma definitiva?
“Purtroppo tutte le ordinanze del ministero hanno una caratteristica di contingenza e urgenza, e quindi una scadenza annuale. Questa volta però si tratta di un provvedimento ponte, perché il ddl Lorenzin prevede di rendere stabili i contenuti dell’ordinanza, naturalmente dopo il vaglio parlamentare. Ragion per cui abbiamo prorogato i contenuti dell’ordinanza, sì, ma solo per 1 anno, proprio per dare tempo al parlamento di legiferare”.
Marcello Viaggio - Giornalista, ha esordito nel 1995 sulla rivista Italia Settimanale, con Marcello Veneziani. Dal 1998 al 2010 ha scritto sul quotidiano Il Giornale, con Andrea Pucci, oggi Vice-direttore del Tg5, e Claudio Pompei. Dal 2010 al 2011 ha scritto su Libero, in stretta collaborazione con il vicedirettore Franco Bechis. E’ stato opinionista fisso alla Tv della Libertà dell’on. Maria Vittoria Brambilla. Nell’agosto 2012 ha aperto sul web il portale NoiRoma2013.
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