Proseguono le buone notizie per il tanto disastrato calcio italiano: con il 2-0 del Milan sui cechi del Viktoria Plzen ( squadra rivelatasi tutt’altro che sprovveduta), le nostre rappresentanti centrano la terza vittoria su tre partite in Champions League. Senza voler scadere nella retorica di un trionfalismo che non deve trovare spazio e che sarebbe estremamente pericoloso, oltre che prematuro ( in fondo, si è solo alla seconda giornata della fase a gironi e la strada è ancora lunghissima), è da dire che, date le premesse di inizio stagione, il bilancio parziale appare più che lusinghiero. Il Milan ha giocato una partita, sostanzialmente, dai due volti.
Molto brillante davanti e capace di creare un numero considerevole di occasioni da rete, piuttosto incerto dietro e spesso in affanno sulle rapide ripartenze degli ospiti. Viktoria che, già in apertura di gara, al 3’, ha un’occasione d’oro con Bakos che, di testa, costringe Abbiati a distendersi in tuffo ( anche se l’arbitro non vede e, quindi, niente angolo). Dopodichè è un festival di occasioni rossonere con Cassano e Ibrahimovic che esaltano le qualità del portierone ospite, Cech. Ma, soprattutto, mostrano che diverso impatto può avere l’attacco milanista quando, là davanti, c’è lo svedese, mattatore assoluto della serata. Che il Milan potesse avere un volto con Ibra e uno, molto meno cattivo, senza lo si sapeva. Che fosse Ibra-dipendente, forse, un po’ eccessivo e riduttivo verso il valore dei colleghi di reparto. Ma che “Ibra-cadabra” sia un giocatore in grado, da solo, di spostare gli equilibri, è cosa nota e la partita con il Viktoria non ha fatto che confermarlo, in barba a tutti quei critici che ne hanno sempre contestato l’efficacia nell’arengo internazionale. Sarà proprio lo svedese, infatti, ad imprimere la svolta decisiva alla partita procurandosi, dopo otto minuti dalla ripresa delle ostilità, un sacrosanto rigore, concesso per un netto quanto ingenuo mani in area di Cisovsky, e, poi, a trasformarlo con un’esecuzione impeccabile. E sarà sempre Ibra a far scorrere, di fatto, i titoli di coda sul match, servendo un assist al bacio per un cassano, sin lì molto attivo ma anche un po’ troppo sprecone. Fantantonio decide che la sua sfida personale con Cech non vuole perderla e, con un morbidissimo tocco sotto, scavalca il portiere ceco per il 2-0, al 21’ del secondo tempo. Una segnatura destinata a rimanere negli annali della storia milanista, non tanto per la sua indiscutibile fattura, quanto perché verrà ricordata come la n. 2000 della presidenza di Berlusconi. Una bella soddisfazione per il 75° compleanno del Presidente del Consiglio. E ora il testa a testa annunciato con il Barcellona per il primato nel gruppo H comincia ad entrare nel vivo. Nello slalom parallelo con i catalani, infatti, è da registrare la roboante goleada esterna inflitta dal Barça ai malcapitati bielorussi del Bate Borisov: 5-0 ed ennesima “manita” dell’era-Guardiola che i suoi ragazzi rifilano ad un avversario. Più complicato il viaggio in Bielorussia che la pratica-Bate sul campo, quindi. E, con una doppietta, Messi raggiunge a quota 194 reti uno dei più fulgidi miti della storia barcellonista: Ladislao Kubala. In questa personalissima caccia ad aggiornare i preimati, rimane il solo Cesar a precederlo, a quota 235 centri. E, se il 23 novembre a San Siro, teatro di quella che, con ogni probabilità, sarà la sfida decisiva per la conquista del primato del raggruppamento, il Milan dovesse recuperare i suoi lungodegenti ( Boateng, Ambrosini, Gattuso, Robinho e via dicendo…), lo spettacolo si preannuncia garantito. E, a proposito delle assenze, interpellato sull’argomento, Abate ha così risposto: “ Se riuscissimo a recuperare il capitano ( Ambrosini, ndr), Boateng, Ringhio e Robinho il nostro livello di competitività salirebbe, certo. Ma già così possiamo andare domenica a Torino, contro la Juve per dire la nostra”. Soddisfatto, ma fino ad un certo punto, mister Allegri: “Era importante vincere, per i tre punti, ma anche per dare un seguito al bel risultato del Camp Nou. Abbiamo alternato cose buone ad altre meno buone. Forse dovremmo riuscire a gestire un po’ meglio la palla, però la squadra ha meritato ampiamente di vincere. Quando abbiamo allargato il gioco siamo stati decisamente più pericolosi, mentre quando abbiamo insistito per le vie centrali abbiamo prestato il fianco al loro contropiede. Ibra? Certo che riaverlo in campo ci fa un gran piacere. Con lui si aggiunge fisicità e tecnica là davanti.Per domenica contro la Juve credo che riuscirò a recuperare il solo Boateng.” E torna caldo l’argomento della supersfida con i bianconeri che, insieme a Inter-Napoli, rappresenta il piatto forte del turno di campionato ormai alle porte. E, al rendez vous con l’ex di lusso, Andrea Pirlo, il Milan ci arriva molto carico. Daniele Puppo
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