Colosseo blindato: la preghiera struggente del Papa

Molte misure di sicurezza dopo gli attentati di Bruxelles, il Colosseo ieri sera era blindato ma non deserto.

Una Via Crucis piuttosto essenziale, sicuramente con qualche spunto interessante, ma legata ai temi tradizionali della pia consuetudine. I testi, scritti dall’arcivescovo di Perugia, ci hanno messo di fronte a quel sentimento che ci accumuna tutti: la paura. Come Pilato che tra la vita e la verità, per paura, sceglie la vita. “Quanta paura c’è nella nostra vita, paura di perdere le nostre sicurezze, i nostri beni, la nostra vita,” ha recitato il testo. Un sentimento che si allarga nei confronti del diverso , del migrante, del futuro.

Paura perché non capiamo dove sia Dio nei campi di sterminio, laddove i bambini vengono sfruttati e abusati, nelle carrette di mare che hanno trasformato il Mediterraneo in un cimitero. E in tante altre realtà tragiche della vita.

Paura del dolore che appare all’improvviso e che ci trova, spesso, drammaticamente impreparati. Dobbiamo riflettere sulla realtà che la paura ci attanaglia, contrae il nostro cuore, non rendendoci più capaci di amare.

Infine una preghiera universale per gli ebrei dell’olocausto, per tutti coloro che subiscono i mali di questo mondo, dai martiri cristiani ai bambini ridotti in schiavitù, dalle donne usate ai profughi.

Qualche spunto interessante, ma la vera forza comunicativa è arrivata dal Papa. La sua è stata una preghiera struggente, realistica, potente, consapevole dei mali del mondo, ma anche piena di speranza.

La speranza cristiana che oggi si interroga in uno scenario drammatico di guerra, di esodi biblici, di terrorismo, di crisi economica che mette a rischio ogni giorno la serenità delle famiglie.

Il Papa ha sempre in mente il mondo quando parla.

Ancora oggi vediamo la Croce di Cristo in tanti crocifissori responsabili del male che affligge non un singolo paese, ma l’intero pianeta. Ma la Croce è visibile anche in tante persone che scelgono il bene. Qui si radica la speranza che il male, dopo il passaggio di Gesù Cristo sulla Terra, non ha più l’ultima parola.

“Con la Croce, non con i crocifissori, con l’amore e non con il potere si cambierà il mondo”, le parole di Benedetto XVI all’indomani della sua elezione sembrano ancora attuali. Il Papa attuale sembra riprendere il tema del suo predecessore.

“La Croce di Cristo, simbolo dell’amore divino e dell’ingiustizia umana, icona del sacrificio supremo per amore e dell’egoismo estremo per stoltezza, strumento di morte e via di resurrezione, segno dell’obbedienza ed emblema del tradimento, patibolo della persecuzione e vessillo di vittoria”.

La preghiera inizia con il capoverso che si ripete, “ O Croce di Cristo noi ti vediamo”… da cui seguono le immagini in una forma comunicativa che fonde la poesia con la preghiera.

Un testo lungo e intenso che varrebbe la pena rileggere più volte nella sua forma originale. Il Papa, che come abbiamo detto ha in mente il mondo, tocca tutti i mali presenti. La Croce la vediamo nei martiri cristiani uccisi, sgozzati e decapitati con le spade barbariche e il silenzio vigliacco. Nei bambini, le donne che fuggono sotto lo sguardo di tanti Pilati con le mani lavate. Nei preti che abusano i bambini. Nei terrorismi che profanano il nome di Dio. Nei venditori di armi che danno da mangiare pane insanguinato ai loro figli. Nei corrotti, negli accumulatori di denaro. Nel Mediterraneo e nel mare Egeo trasformati in cimitero.

Ma la Croce di Cristo la vediamo anche in tante persone buone che illuminano il buio della nostra vita.

Nei misericordiosi che si prodigano per gli altri, nei religiosi che offrono la loro vita alla causa del bene, nelle persone semplici che vivono con gioia la loro fede nella quotidianità, ma anche in coloro che si pentono e ricominciano. E ancora nei perseguitati per la loro fede, gli apostoli del XXI secolo. Nei sognatori che lavorano ogni giorno per un mondo migliore.

L’elenco è lungo e rilascia un messaggio di grande speranza. “Croce di Cristo, insegnaci che l’alba del sole è più forte dell’oscurità della notte…”

Speranza, quindi, perché Cristo è Risorto, e la presenza di tanto bene in un mondo problematico, lacerato dalla violenza e dalla ingiustizia lo testimonia.

 

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