E’ risultato positivo il 56mo italiano rimpatriato da Wuhan e posto in quarantena insieme agli altri connazionali caricari sullo stesso volo dell’Aeronautica Militare che è atterrato a Roma due giorni fa. La notizia è stata una ‘doccia scozzese’ per gli altri 55 connazionali, che sono stati imbarcati sullo stesso volo e che fino a ieri, quando è stata evidenziata la positività del ragazzo al Coronavirus e si è provveduto a trasferirlo allo Spallanzani, ha condiviso la vita all’interno della cittadella militare della Cecchignola.
“Tra di noi possiamo avere contatti, non siamo blindati, ci sono aree comuni in cui possiamo uscire ma abbiamo l’obbligo di portare mascherine e guanti tutte le volte che si interagisce – spiega uno del gruppo posto in quarantena- così si esclude il contagio”. Motivo in più di rassicurazione per i nostri connazionali chiusi negli alloggi allestiti al Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito è che “tutti gli altri tamponi, a parte quelli della persona allontanata, sono risultati negativi”.
Ora però riparte la quarantena per tutto il gruppo rientrato da Wuhan: la decisione è stata presa in seguito alla conferma che il ricercatore reggiano che ha viaggiato con loro è risultato positivo al virus 2019-nCoV. La nuova sorveglianza sanitaria riparte per 14 giorni a cominciare da ieri.
L’italiano contagiato “è in buone condizioni generali“: lo si apprende dal bollettino medico dello Spallanzani. “Presenta lieve febbricola e lieve iperemia congiuntivale – prosegue lo Spallanzani – Il quadro clinico e quello radiologico polmonare sono negativi. Il paziente inizierà in giornata la terapia antivirale”. Negativi i test con tampone faringeo per la rilevazione del coronavirus effettuati finora sugli italiani che si trovano alla Cecchignola dopo essere rientrati da Wuhan, test che verranno ripetuti. I test verranno ripetuti con cadenza regolare per tutto il periodo in cui i connazionali saranno in isolamento e sotto osservazione alla Cecchignola.
“Anche se non si può escludere del tutto, ritengo molto improbabile che l’italiano risultato positivo al coronavirus possa avere trasmesso l’infezione a qualcun altro dei 55 italiani rientrati, come lui, dalla città cinese di Wuhan e tuttora in osservazione alla città militare della Cecchignola”. Lo afferma il direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Gianni Rezza.
Al momento comunque “non si rappresentano casi acquisiti sul territorio nazionale: in Italia non c’è circolazione locale del virus”, lo ha detto il direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani, Giuseppe Ippolito, durante una conferenza.
Rimane in terapia intensiva la coppia cinese proveniente da Wuhan e positiva al test del nuovo Coronavirus, allo Spallanzani da giorni. “Le loro condizioni cliniche sono ancora invariate, con parametri emodinamici stabili – spiega l’ospedale -. Sono attualmente in trattamento antivirale con il farmaco remdesivir. La prognosi è tuttora riservata”. Dal bollettino emerge che “sono stati valutati, ad oggi, nella nostra accettazione 44 pazienti sottoposti al test per la ricerca del nuovo coronavirus. Di questi, 33 risultati negativi al test sono stati dimessi”.
I voli tra Italia e Cina resteranno chiusi così come previsto dall’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, il 31 gennaio 2020 e si continuerà a lavorare per implementare le misure già attivate nelle ultime settimane. Lo ha confermato la task force sul coronavirus riunitasi questa mattina al ministero dopo che in mattinata la portavoce del ministero degli Esteri cinese aveva riferito di una apertura dell’Italia sui collegamenti dopo l’incontro tra il vice ministro Qin Gang e l’ambasciatore italiano Luca Ferrari.
Sulla nave da crociera Diamond Princess della Carnival Japan nella baia di Yokohama, in quarantena al largo del Giappone, salgono a 61 i casi di positività. A bordo della nave ci sono anche 35 italiani di cui 25 membri dell’equipaggio, compreso il comandante. Ieri la Farnesina ha precisato che non c’erano italiani tra i primi 20 trovati positivi.
Il bilancio del contagio continua a salire: il numero dei morti a causa del coronavirus è stato aggiornato a 636 dalla commissione sanitaria nazionale cinese e sono stati superati anche i 30.000 casi di positività in Cina. La provincia maggiormente colpita resta quella di Hubei, che ha registrato 69 nuove vittime nelle ultime 24 ore. Dei contagiati, 4.800 sono in gravi condizioni. Una donna è stata la prima persona in Corea del Nord a risultare positiva al coronavirus: lo riporta il quotidiano sudcoreano JoongAng Ilbo, citando una fonte anonima del Nord, secondo cui la donna avrebbe accusato i sintomi a Pyongyang al rientro da un viaggio in Cina. I media nordcoreani non hanno confermato alcun caso finora, ma hanno dato conto del rafforzamento delle misure di prevenzione e della massima allerta lanciata dalle autorità, sfociata anche nella chiusura della frontiera con la Cina.
Intanto i media locali hanno dato la notizia che è morto il medico cinese Li Wenliang, che aveva dato per primo l’allarme sulla diffusione del coronavirus, ma non era stato ascoltato. Il medico è morto proprio per il contagio da coronavirus.
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