Ci sono voluti ‘solo’ 10 anni d’attesa ma finalmente è stato varato il decreto che stabilisce come utilizzare i proventi delle multe.
Dopo dieci anni di attesa il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il ministero dell’Interno, ha varato il decreto attuativo sull’utilizzo dei proventi delle multe comminate ai cittadini per le infrazioni del codice stradale. Gli enti locali dovranno utilizzare queste risorse per l’attività di manutenzione e ammodernamento delle infrastrutture e dovranno inviare ogni anno una relazione ai ministeri per dichiarare come vengono utilizzati questi soldi.
Dopo rinvii e continue promesse il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il ministero dell’Interno, la misura necessaria per attuare la legge approvata nel 2010 sulle “Disposizioni in materia di destinazione dei proventi delle sanzioni a seguito dell’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità” è specificata nel decreto approvato in Conferenza Stato-Città e autonomie locali a novembre del 2019, che mette in campo la parte della riforma del codice della strada rimasta per un tempo inverosimile. Gli enti locali, quindi, ora saranno obbligati a comunicare al ministero in che modo utilizzano le entrate derivanti dalle sanzioni che i cittadini hanno pagato per il mancato rispetto del codice della strada: l’obbligo prevede che queste risorse vengano impiegate per la messa in sicurezza e la manutenzione delle infrastrutture stradali italiane. Questo vuol dire che i comuni, per esempio, non potranno più impiegare quei soldi per colmare i buchi di bilancio.
Cosa prevede il decreto L’articolo 1 del decreto, contenuto all’interno della Gazzetta Ufficiale del 20 febbraio, prevede che gli enti locali siano costretti a trasmettere per via informatica ai ministeri delle Infrastrutture e dell’Interno una relazione entro il 31 maggio di ogni anno che deve contenere “i dati relativi ai proventi di propria spettanza” dell’anno precedente. La relazione deve contenere: “Informazioni generali; l’entità dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie; informazioni dettagliate relative alla destinazione di proventi e dei proventi derivanti dall’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità”.
La relazione da inviare ai ministeriPer la relazione da inviare ai ministeri è stato predisposto l’apposito modello da utilizzare, presente all’interno dello stesso decreto, che deve essere inoltrato da tutti gli enti locali, comprese le province autonome di Trento e Bolzano. Va trasmesso entro il 31 maggio di ogni anno e riguarda “i proventi delle sanzioni relative all’anno precedente, evidenziando l’ammontare complessivo incassato dai proventi”. “Gli enti locali – si legge nel decreto – devono tenere distinti i proventi in generale da quelli derivanti da accertamenti delle violazioni dei limiti massimi di velocità”. Che devono essere suddivisi tra quelli di “intera spettanza dell’ente locale”, quelli “derivanti da attività di accertamento eseguito su strade non di proprietà dell’ente locale da cui dipende l’organo accertatore, che devono essere ripartiti in misura pari al 50% per ciascuno tra ente proprietario delle strade ed ente da cui dipende l’organo accertatore” e infine i “proventi derivanti da attività di accertamento eseguito su strade di proprietà dell’ente da parte di organi accertatori dipendenti da altri enti locali”.
Gli interventi realizzabili Come spiegato nello stesso modello da compilare, gli interventi che gli enti locali possono realizzare con le risorse provenienti dalle multe per le infrazioni del codice della strada riguardano: la manutenzione della segnaletica, il potenziamento dell’attività di controllo e l’accertamento delle violazioni, la manutenzione delle strade, il loro ammodernamento, la manutenzione del manto stradale, gli interventi a favore degli utenti, le attività per l’educazione stradale. In generale tutto ciò che riguarda le infrastrutture stradali e le violazioni della circolazione.
Per il deputato forzista Baldelli è “una vittoria” Era stato proprio lui a presentare durante la discussione della manovra un ordine del giorno che impegnava il ministero ad adottare questo decreto. L’odg era stato approvato alla Camera. Già il precedente governo, con Danilo Toninelli ai Trasporti, aveva promesso l’adozione del decreto, spiegando che i proventi delle multe sarebbero stati destinati proprio alla manutenzione e alla messa in sicurezza stradale. Dopo un nulla di fatto e il cambio di coalizione, il Mit, guidato dalla piddina Paola De Micheli, ha dato seguito alle promesse del suo predecessore. Il decreto è stato così scorporato da quello riguardante lo stop agli autovelox selvaggi, che richiede una discussione “più complessa”, secondo il ministero. Baldelli, però, sottolinea un rischio che emerge dal decreto: è previsto che la trasmissione ai ministeri avvenga secondo istruzioni operative che dovranno essere fornite dal Viminale, una volta sentita la Conferenza Stato-Città. Il timore è che queste istruzioni potrebbero essere rinviate a lungo, non essendo esplicitato un termine entro cui dovranno essere diramate. E proprio per questo c’è il rischio di un nuovo rinvio.
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