Il coronavirus sta mettendo a nudo pregi e difetti di un’Italia divisa a metà tra pavidi e coraggiosi, tra leoni e Don Abbondio. Tutto questo a causa della più grande pandemia di influenza virulenta mai registrata nel nostro Paese a partire dalla Spagnola e dal colera di Napoli negli anni 70.
Grazie alla peste di Whuan, ormai siamo terzi nella classifica mondiale degli infettati, e l’allarme è diventato, nelle ultime ore, rosso fuoco.
Nelle zone del contagio, Lombardia e Veneto in particolare, la protezione civile, i Comuni e gli ospedali sono impegnati, in una corsa contro il tempo, per arginare l’epidemia del Covid-19 che si sta diffondendo a macchia d’olio tra la popolazione del nord d’Italia con pericolosissime code anche in altre regioni come la Toscana, l’Emilia, la Sicilia, la Calabria, il Lazio
Eppure, di fronte a questa emergenza sanitaria le reazioni della gente comune sono tra le più disparate e divertenti. I supermercati, soprattutto al nord, sono stati in questi giorni, letteralmente presi d’assalto. Armati di mascherine e sciarpe, giovani, anziani, punk, manager, ricercatori, impiegati, segretarie e operai, single, famiglie e disperati a tutto tondo, condizionati dalla paranoia virale, fanno scorte di cibo per sopravvivere a quelli che prevedono essere mesi d’isolamento.
In tutta Italia, la lotta quotidiana è finalizzata ad evitare il contagio. E nel disperato tentativo di non rimanere infettati dobbiamo registrare anche l’assalto alle farmacie, dove la richiesta è una sola: mascherine e amuchina. Come se una lavata di mani potesse garantire il successo nella lotta al virus.
Ma sui social la battaglia per la sopravvivenza è molto più efferata. Su WhatsApp e Facebook sono iniziate le divulgazioni delle ricette per creare dei prodotti “fai da te”. I maghi del disinfettante consigliano: “Prendete l’acqua e diluitela con ipoclorito di sodio e il gioco è fatto, l’amuchina fatta in casa è pronta”. Oppure: “Costruisci la tua mascherina:…” con tanto di istruzioni dettagliate; “prendi della stoffa, un righello, forbici, spille, elastico e una macchina da cucire. Iniziamo con il prendere le misure della mascherina: 18 centimetri di altezza (lato sx), 36 di lunghezza superiore, 37 centimetri la lunghezza inferiore, 19 centimetri altezza (lato dx), assemblate il tutto e la vostra protezione è assicurata”.
E che dire dei vari post sui social, un vero e proprio delirio farcito di foto e battute. Tanto feroci quanto goliardiche: “Prima i cinesi, mo i lombardi, non è che questo coronavirus attacca chi lavora troppo? Solerti quanto cinici e burloni napoletani ? No impietosi e strafottenti abitanti della Città eterna: “ A Roma stamo tranquilli!”. E ancora: “Vendo tampone coronavirus positivo, 15 giorni a casa da soli, moglie e figli dai nonni, abbonamento a Sky e Netflix, casse di birra. Prezzo trattabile.”
In questo momento così drammatico molti italiani preferiscono esorcizzare la paura con l’ironia, anche se è doveroso ricordare i dati allarmanti del contagio: 325 persone infettate, 11 morti, e 50 mila persone circa messe in quarantena in presenza di due grandi vittime: la società nel suo complesso e l’economia alle prese con una ricaduta del virus che alla fine dei giochi presenterà un conto di svariate decine di miliardi di perdite provocate dal blocco o dallo scarso utilizzo dei trasporti pubblici e privati, dalle difficoltà delle aziende, dalla chiusura di stadi e università, dalla paralisi delle scuole, dalle relazioni sociali e dal mancato svolgimento di tutte le manifestazioni e attività ludico sportive. Per non parlare poi del turismo e dell’agricoltura che rischiano di pagare conti salatissimi
L’Italia è tagliata a metà, perché lo sconquasso non riguarda solo l’indotto turistico, commerciale e finanziario, la paralisi sanitaria, nel 2020, potrebbe appesantire di mezzo punto percentuale i già pesantissimi conti dell’economia nazionale.
E purtroppo, in questo contesto non certo felice, è arrivata anche la mazzata di molti Paesi, europei compresi, che ci hanno messo in quarantena precauzionale, chiudendo le frontiere e bloccando tutti i voli da e per l’Italia. Se resteremo isolati la catastrofe annunciata diventerà ben presto una triste realtà.
Ma sdrammatizzare aiuta. E al nostro Paese, cui serve coraggio, tenacia e resistenza, caratteristiche che agli italiani, anche nei momenti più difficili, non mancano, dobbiamo dare un messaggio di simpatica fiducia, pescando dal mare magnum delle fake news, un divertente vademecum.
Eccolo.
Titolo: “Attenzione” 7 regole per proteggersi veramente dal coronavirus:
- Non scrivere cazzate sui social;
- Non leggere cagate sui social;
- Non condividere minchiate sui social;
- Non commentare post idiota sui social;
- Ripetere 30 volte di seguito “non sono un virologo e non so nulla di virus”;
- Lavarsi bene le mani e, già che ci siete, anche le ascelle;
- Rileggere e ripetere le prime sei regole tutte le sere prima di addormentarsi.
In attesa di un vaccino salvavita, prossimo venturo si spera, divertiamoci con le battute senza comunque abbassare la guardia perché il problema c’è e resta quanto mai serio.
Barbara Ruggiero