Un albergo biodegradabile, ovvero costruito con materiale naturale che si decompone senza contaminare l’ambiente circostante. Fantascienza? No, il primo sarà ospitato prossimamente dal Parco dei Paduli, nel Salento.
Il progetto è frutto di un concorso internazionale di idee per la realizzazione di due prototipi replicabili di rifugio-alloggio da allocare all’ interno del Parco dei Paduli, in provincia di Lecce. Due sono le idee vincitrici tra i 38 progetti presentati, arrivati sia dall’Italia che dall’estero. Si può dire che sono complementari: Il “Nido dei Paduli”, presentato da due giovanissimi architetti di Parma (Tommaso Secchi e Lucia Frascara) è una capanna costruita intrecciando i legni di scarto di una potatura, che gioca sulla trasparenza delle pareti e crea un tunnel praticabile attorno al tronco di un albero d’ulivo. Il progetto “Lovo”, presentato da un gruppo di architetti toscani insieme a un brindisino (Antonio Sportillo, Simona Bartoletti, Filippo Cavalli e Giulio Vignoli) forma una sorta di lampada a olio abitabile, realizzata con fili di rafia e reti per la raccolta delle olive. Più solido il tunnel, più etereo e suggestivo il secondo: un riparo tra le chiome dell’albero che formano il tetto, che permette di godere della freschezza della notte illuminando il parco.
La giuria, composta da tecnici ed esperti internazionali di chiara fama, ha selezionato questi due progetti che saranno realizzati nelle prossime settimane (si inizia il 14 luglio) in un workshop di auto costruzione, aperto a tutti ma coadiuvato da esperti e diretto dagli autori, sulla base del loro impatto suggestivo più immediato, della semplicità nella realizzazione e della loro sintonia con il parco agricolo multifunzionale dei Paduli che li deve ospitare.
Il territorio in cui sorge il Parco dei Paduli, già mortificato dalla strada statale 275 e per decenni dimenticato, è dominato prevalentemente da estesi e maestosi uliveti da oggi pronti ad ospitare questi rifugi-alloggio che esalteranno la bellezza e l’unicità di un sito dove anche i pochi centri urbani presenti hanno mantenuto il loro legame diretto con l’area rurale circostante.
A.B.