Si chiamerà ‘Meta’, nome di derivazione dal greco antico che significa ‘dopo, al di là’. Al di là dei recenti problemi con gli organi regolatori e legislatori per le sue pratiche commerciali e le polemiche sulle rivelazioni dei Facebook Papers, il Ceo Mark Zuckerberg, ha ufficializzato il cambio nome di Facebook.
Una rivoluzione, a 17 anni dalla nascita (febbraio 2004), per la piattaforma social più popolare con il 59% di utenti internet, di cui 1,84 miliardi attivi quotidianamente.
“Siamo all’inizio del prossimo capitolo di internet e del prossimo capitolo della nostra società”, dichiara in un video Zuckerberg spiegando che “Facebook è uno dei prodotti più usati nella storia. È un marchio icona fra i social media ma sempre di più non include tutto quello che facciamo. Voglio ancorare il nostro lavoro e la nostra identità a quello che costruiamo andando avanti”.
In pratica Fb diventa un tassello di un rinnovato ‘universo’ tecnologico. “La missione rimane la stessa, si tratta sempre di unire le persone… le nostre app e i loro brand non cambiano: siamo sempre la compagnia che progetta tecnologia attorno alle persone, aggiunge.
Ma la ‘galassia Facebook’, che comprende tra gli altri anche Instagram e WhatsApp, punta a diventare un “metaverso”, un termine coniato da Neal Stephenson in Snow Crash (1992), libro di fantascienza cyberpunk, descritto come una sorta di realtà virtuale condivisa tramite internet, dove si è rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar.
“Ci si immergerà ancor di più nella nuova piattaforma”, dice Zuckerberg, assicurando che l’utente “sarà nell’esperienza, non si limiterà ad osservare. Chiamiamo tutto questo ‘metaverso’ e riguarderà ogni prodotto che realizziamo. La qualità che distingue il metaverso sarà una sensazione di presenza, sarete lì con un’altra persona o in un altro posto. Sentirsi realmente presenti con un’altra persona è il sogno per eccellenza della social technology. Puntiamo a costruire questo”, prosegue.
“Nel metaverso, sarete in grado di fare quasi tutto ciò che potete immaginare: stare insieme ad amici e familiari, lavorare, imparare, giocare, fare acquisti, produrre” o “esperienze completamente nuove che non si rientrano nel modo in cui concepiamo computer o telefoni oggi”. C’è anche un ‘progetto di futuro’ in cui “sarete in grado di teletrasportarvi istantaneamente come un ologramma per essere in ufficio senza viaggiare, a un concerto con gli amici o nel soggiorno dei vostri genitori per stare insieme. Questo aprirà più opportunità, non importa dove vivete. Sarete in grado di dedicare più tempo a ciò che conta per voi, ridurre il tempo nel traffico e ridurre” le emissioni e l’impatto sull’ambiente.
Ma perché ‘meta’? “Ho fatto studi classici e la parola ‘meta’ deriva dalla parola greca che significa ‘oltre’. Per me, significa che c’è sempre altro da costruire e c’è sempre un capitolo successivo della storia. La nostra è una storia che è iniziata in una stanza di un dormitorio” al college “ed è cresciuta oltre l’immaginabile”, diventando “una famiglia di app che le persone usano per connettersi tra loro, avviare attività, creare comunità e movimenti che hanno cambiato il mondo”.
“Abbiamo costruito cose che hanno unito le persone in modi nuovi”, aggiunge. “Ora è il momento di prendere tutto ciò che abbiamo imparato e aiutare a costruire il prossimo capitolo. Sto dedicando le nostre energie a questo, più di qualsiasi altra azienda al mondo. Se questo è il futuro che volete vedere, spero che vi unirete a noi. Il futuro sarà al di là di tutto ciò che possiamo immaginare”, conclude.
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