Ruota attorno a un’ attivita’ di telemarketing, commissionata dalla ‘Accenture’ alla Coesis srl, in favore dell’allora candidata alla carica di presidente della Regione Lazio, Renata Polverini l’indagine della procura che ha portato al coinvolgimento di Gianni Alemanno. Il gip Costantino De Robbio scrive che il manager della societa’ Giuseppe Verardi e un altro dirigente “avevano costantemente mantenuto rapporti epistolari e telefonici con Fabio Ulissi che agiva per conto dell’ allora sindaco di Roma, regista dell’operazione”. Per l’attivita’ commissionata “la ‘Accenture’ – scrive il gip – aveva fatturato 25mila euro alla Coesis, anche se sulle fatture era riportato un oggetto fittiziamente modificato in modo da farlo rientrare nelle competenze della societa’ ed occultarne la vera natura di sostegno elettorale al raggruppamento politico della Polverini”. Nel provvedimento cautelare del gip, che ha disposto gli arresti domiciliari per Verardi e Ulissi, si da’ conto dell’ audizione davanti alla Finanza di Sharon Di Nepi, manager dell’Accenture che risulta aver curato la campagna di telemarketing.
“Questa – si legge – ha riferito di essere stata contattata da Ulissi, precedentemente presentato alla societa’ come punto di riferimento del sindaco Alemanno e di avere avuto un incontro con lui e Ulissi all’ inizio del 2010. Nel corso dell’ incontro Alemanno – riferisce sempre la Di Nepi – le chiese di effettuare un sondaggio “circa la consapevolezza degli elettori sulle successive elezioni regionali”, ribadendo il ruolo di punto di riferimento per la realizzazione del progetto di Ulissi, presente all’ incontro”. In esecuzione dell’ incarico, scrive ancora il gip, la ‘ Accenture’ aveva poi, tramite Verardi, commissionato alla ditta di call center Coesis srl “l’effettuazione del sondaggio, di cui ella stessa aveva curato la presentazione insieme con lo Verardi, suo superiore e responsabile dei progetti con il Comune di Roma”. Di Nepi avrebbe poi confermato “che la ‘ Accenture’ aveva pagato alla Coesis 20mila euro per il servizio svolto, somma che ‘ non fu rimborsata da nessuno, quale attivita’ pro-bono'”. Nell’ ordinanza di custodia sono enumerate 7 persone, ma ci sono altri due soggetti chiamati in causa. Le accuse comuni a molti sono quelle di finanziamento illecito. Per altri è invece ipotizzato il reato di frode fiscale, in relazione alla creazione di fatture false.
“Attendo con fiducia gli sviluppi del lavoro della magistratura che confermeranno la mia estraneita’ ad ogni addebito”. Cosi’ l’ ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, commenta l’inchiesta che lo vede indagato per finanziamento illecito dei partiti. “Ho appreso dalle agenzie di stampa la notizia di questa indagine”, spieg aAlemanno, ribadendo: “Non so assolutamente nulla di queste vicende ne’, tantomeno, mi sono occupato del finanziamento della campagna elettorale per le elezioni regionali del 2010”.
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